Il difensore tedesco ha rilasciato un’intervista raccontando i suoi timori iniziali e i progressi grazie all’aiuto di dirigenza e compagni
Tra i nuovi acquisti del Milan in questa stagione sono in pochi ad aver convinto davvero. Tra questi c’è però senza dubbio Malick Thiaw, che è arrivato nel finale dello scorso mercato estivo dallo Schalke 04 e si è rivelato un elemento di sicuro affidamento.
Il classe 2001 è arrivato in punta di piedi come quarta scelta in difesa e si è pian piano guadagnato la fiducia dell’allenatore. Con il momentaneo cambio di modulo a metà stagione è stato titolare fisso al centro della difesa a tre, contribuendo a ridare sicurezza a tutto il reparto. In questa prima stagione rossonera Thiaw ha collezionato per ora 19 presenze complessive (18 in campionato e 2 in Champions League).
Il centrale è intervenuto a Sky Deutschland e ha fatto il punto di questo primo anno con la maglia del Diavolo, partendo dall’inizio. Queste le sue parole sul suo arrivo e le normali preoccupazioni: “Il trasferimento? L’ho saputo poco prima dal mio agente. Ero agitato, ma Maldini è stato gentile e mi ha tranquillizzato. Mi aveva seguito da prima e quindi ero contento”. Avere la fiducia del dt rossonero rappresenta ovviamente una grande spinta e motivazione a far bene.
Il difensore ha però parlato di tanto altro e ha poi commentato anche la difficile prima parte di stagione, quando mister Stefano Pioli lo impiegava davvero poco e sembrava non lo considerasse nelle rotazioni del reparto difensivo.
“Mi era venuto qualche dubbio – ha spiegato – ma allo stesso tempo mi allenavo e lo staff mi parlava tantissimo, quindi credevano in me. Ho cercato di restare positivo”. Ad oggi rappresenta una valida alternativa ai titolari e il tecnico crede molto in lui, considerandolo pienamente in grado di prendere il posto di Tomori, Kalulu e Kjaer.
Thiaw si è poi soffermato su due compagni di squadra in rossonero, che lo hanno colpito per il modo in cui si sono rivolti a lui. Il primo è Ismael Bennacer, che è stato un punto di riferimento per lui: “Sono arrivato in uno spogliatoio di campioni. Lui mi ha preso per mano perché ero silenzioso e quindi simile a lui”. E poi su Ibrahimovic: “Pazzesco. Ibra è Ibra. Sa essere una persona gentile, ma è estremamente sicuro di sé. L’allenamento cambia appena partecipa lui. Se lo tratti con i guanto non ti rispetta. Più sei duro, più ti rispetta”.