La denuncia di Stefano Pioli dopo Roma-Milan sembra essere confermata da numeri e dati. Si è giocato davvero troppo poco.
Roma-Milan è stata una delle partite più combattute, intense e delicate della stagione. Basti solo pensare che le due reti decisive che hanno portato all’1-1 finale sono state segnate entrambe oltre il 90′ minuto.
Poi almeno 4-5 infortuni, numerosi falli, qualche polemica in mezzo al campo e la solita direzione di polso (ma discutibile) del signor Orsato. Insomma, una gara per cuori forti che potrebbe rappresentare il momento del calcio italiano, forse non brillantissimo o prestigioso, ma combattivo al massimo.
Una delle polemiche sollevate da Stefano Pioli a fine partita ha riguardo anche il tempo effettivo di gioco, un tema da sempre molto caro all’allenatore rossonero. Anche l’anno scorso ha più volte parlato di questo grave problema del calcio italiano e che, a parte in questa edizione, condiziona inevitabilmente le partite delle nostre squadre anche in Europa.
Roma-Milan, quante pause: si è giocato solo per 54 minuti
Nel post-partita di Roma-Milan mister Pioli ha ammesso di aver provato a vincere lo scontro diretto dell’Olimpico. Ma si è lamentato perché effettivamente si è giocato molto poco per vari motivi. “Oggi è stata una partita strana. Si sono giocati 106 minuti ma effettivi solo 49. Difficile avere ritmo, difficile fare una partita aperta”.
I dati ufficiali, riportati dalla Lega Serie A, parlano chiaro: la partita è durata in totale 106,06 minuti totali, ma il gioco effettivo è stato calcolato per soli 54,47 minuti, quindi il 52%. Per metà partite non si è mai giocato a calcio.
Davvero troppo poco. Una piaga per squadre come il Milan, che fanno del ritmo, del gioco e della rapidità le proprie doti migliori. Al tempo stesso, invece, ha favorito la Roma, una squadra che punta meno sul possesso di palla e preferisce abbassare i tempi di gioco secondo gli schemi di José Mourinho.
Un problema, quello del reale tempo effettivo di gioco, che negli scorsi Mondiali in Qatar è stato arginato con tempi di recupero molto lunghi rispetto al solito, un tentativo di dare maggior minutaggio alle squadre e cercare di recuperare il tempo perso con le interruzioni, i cambi o le situazioni a palla ferma. Vanno fatte riflessioni, anche perché la Serie A con percentuali effettive di gara così basse rischia di perdere pubblico anche a livello internazionale, così come appeal e visibilità a livello commerciale.