Dove erano e cosa facevano i calciatori attuali del Milan venti anni fa, quando i rossoneri affrontarono in semifinale di Champions l’Inter.
Il verdetto del campo, agevolato anche dai precedenti sorteggi di Nyon, è chiaro e conciso. In semifinale di Champions League scatterà il derby della Madonnina tra Milan e Inter.
Fra il 10 ed il 17 maggio i tifosi rossoneri e nerazzurri vivranno un déjà-vu clamoroso. Infatti Milan-Inter per la seconda volta nella storia sarà una delle due semifinali della prestigiosa competizione europea. Proprio come venti anni fa, quando grazie a due pareggi ed alla (ormai antiquata) regola dei gol in trasferta il Milan di Ancelotti raggiunse la finalissima di Manchester.
Il 7 ed il 13 maggio del 2003 le due formazioni milanesi si sfidarono per una doppia semifinale al cardiopalma. Pari a reti bianche all’andata, 1-1 nel match di ritorno in ‘casa’ dell’Inter, con reti di Shevchenko e Martins. Tanto bastò al Milan per passare il turno e volare verso la sesta Champions League della propria storia.
Ma dove erano gli attuali calciatori del Milan all’epoca? Sono passati come detto 20 anni da quella prima storica semifinale che sorrise ai rossoneri, vediamo da dove la vissero gli odierni elementi a disposizione di Stefano Pioli.
Da Maignan a Ibrahimovic, dov’erano 20 anni fa i calciatori del Milan
Ovviamente, vista l’età media piuttosto giovani della rosa attuale del Milan, molti calciatori di oggi non ricordano nemmeno quella doppia semifinale, perché giovanissimo o ancora in fasce. Ma c’è chi aveva già incominciato la propria avventura sportiva.
Partiamo dai portieri. Mike Maignan all’epoca della storica semifinale Milan-Inter aveva solo 8 anni e militava nell’academy del Villiers le Bel JS, società giovanile in cui incominciò a giocare come centrocampista, prima di essere spostato a fare il portiere. Scelta azzeccatissima. Ciprian Tatarusanu di anni ne aveva invece già 17 e giocava nella Juventus Bucarest, club della capitale romena. Il terzo portiere Antonio Mirante invece faceva parte della Primavera della Juve; pochi mesi dopo sarebbe stato promosso in prima squadra.
Passiamo ai difensori. L’attuale capitano Davide Calabria era ancora nelle juniores della Virtus Adrense, squadra della sua città natale Adro. Fikayo Tomori era stato da poco provinato dall’academy del Chelsea, club in cui è cresciuto calcisticamente. Simon Kjaer era nella sua Danimarca, nel vivaio del Midtjylland con cui poi esordirà tra i grandi. Theo Hernandez muoveva i primi passi nel Rayo Majadahonda, piccolo club della provincia di Madrid. Vicino Parigi, precisamente all’AS Eragny, giocava invece Ballo-Touré prima del trasferimento nel vivaio del PSG. Infine Alessandro Florenzi, che all’epoca della semifinale del 2003 aveva 12 anni, era appena passato nelle giovanili della Roma dopo l’esperienza alla Lodigiani.
I centrocampisti; Ismael Bennacer stava per iniziare i primissimi passi calcistici nell’Arles-Avignon, squadra della sua città natale. Tiemoué Bakayoko era ancora nella prima società in cui ha giocato in carriera, le giovanili dell’Olympique de Paris XVe, squadra del quartiere parigino. Rade Krunic militava già nel vivaio dei bosniaci del Sutjeska Foča. Mentre Junior Messias era in Brasile e provava ad entrare nel Cruzeiro, storico club di Belo Horizonte dove qualche anno dopo cominciò la sua scalata al calcio che conta.
Infine gli attaccanti. Olivier Giroud, attuale bomber del Milan, stava mostrando le sue qualità offensive nel Grenoble, in patria. Divock Origi era già una stella delle giovanili del Genk, in Belgio. Ante Rebic a dieci anni si faceva intravedere nel vivaio del Vinjani, squadra di un piccolo villaggio croato. L’unico che era già calciatore di alto rango nel 2003 è Zlatan Ibrahimovic: all’epoca 22enne, il fuoriclasse svedese faceva già parlare di sé come un campione in erba nell’Ajax. Un anno dopo sarebbe cominciata la sua avventura italiana con la Juventus.
Diversi calciatori dell’attuale rosa del Milan come detto erano troppo giovani per avere già una carriera calcistica in corso. Ragazzi come Kalulu, Tonali, Rafa Leao, Brahim Diaz o De Ketelaere nel 2003 avevano tra i 2 ed i 4 anni di età e dunque ancora alle prese con la loro infanzia e non ricordano neanche le emozioni del doppio derby Milan-Inter in coppa.
Dov’erano Pioli, Massara e Maldini nel maggio 2003
Chi invece era già attivo venti anni fa nel calcio che conta è Stefano Pioli. L’attuale allenatore del Milan fu scelto per guidare la Primavera del Chievo Verona, club veneto che da qualche anno si affacciava al calcio che conta.
Non fu un’esperienza esaltante quella del 2002-2003 per i clivensi, giunti all’ultimo posto del proprio girone del campionato Primavera. Ma Pioli fu apprezzato per le idee interessanti a livello tattico e per la gestione del gruppo. Tanto che pochi mesi dopo, nel luglio 2003, fu ingaggiato dalla Salernitana per guidare i campani nel campionato di Serie B.
Il direttore sportivo Frederic Massara era ancora un calciatore in attività, anche se lontano dai fasti della massima serie. Nel 2003 militava nel Tivoli, squadra del comune alle porte di Roma, dove però non disputò moltissimi incontri. L’unico attuale membro dello staff Milan che era presente nei due derby di Champions di vent’anni fa è Paolo Maldini. L’attuale direttore tecnico era difensore titolare e capitano rossonero, con la sua storica maglia numero 3 sulle spalle. Tra i migliori in campo nelle semifinali, il 28 maggio di quell’anno avrebbe sollevato nel cielo di Manchester la Champions League numero sei della storia milanista.