Stefano Pioli parla dei suoi leader: da Zlatan Ibrahimović, passando per Olivier Giroud e Mike Maignan. Il Milan ha cambiato volto
Manca davvero poco al calcio d’inizio di quella che sarà la partita più importante della stagione del Milan. I rossoneri, campioni d’Italia in carica ancora per qualche settimana, stanno facendo una fatica incredibile in campionato ma in Champions League hanno trovato continuità e sognare è davvero possibile.
La crescita del Milan di Stefano Pioli negli anni è sotto gli occhi di tutti. I rossoneri hanno fatto passi da gigante: dalla qualificazione all’Europa League, passando per quella in Champions e poi lo Scudetto, conquistato contro ogni pronostico, prima di vivere da protagonisti la competizione europea più prestigiosa.
Il Milan di Pioli per molti è nato dalle ceneri di Bergamo, da quella squadra che perse malamente contro l’Atalanta. Gli acquisti di Maldini e Massara, chiaramente, hanno fatto la differenza e Pioli è convinto, come tutti, che l’arrivo di Zlatan Ibrahimović sia stato determinante: “Con Ibra, Kjaer e Saelemaerkers siamo migliorati dal punto di vista tecnico e di carattere – ammette Pioli ai microfoni de L’Equipe -. Zlatan non è un giocatore normale, ma un campione tecnico e morale, un modello, un punto di riferimento per un gruppo giovane come il nostro. È stato un sostegno enorme anche per lo staff”.
Rivoluzione francese
Immancabile una battuta, al quotidiano transalpino, su tutti i calciatori francesi che vestono il rossonero e che stanno facendo la differenza.
L’arrivo di Olivier Giroud è coinciso con la conquista dello scudetto e oggi è lui a trascinare l’attacco del Diavolo: “Ci parlai un paio di volte in videoconferenza prima che firmasse – riporta gazzetta.it -. Sapevo che avremmo lavorato bene insieme: è un gran giocatore, di squadra, generoso, sempre positivo”.
Ma il Milan ha anche altri tre nazionali, Theo Hernandez e Mike Maignan in quella maggiore: “Theo ha ancora un margine di miglioramento enorme, ma deve convincersene. Mike non lo conoscevo prima di affrontarlo in Europa League. Si è rivelato anche migliore di quel che pensassi. È meticoloso, vuole sempre migliorare: è uno sfinimento per l’allenatore perché esigente, ma è anche motivato”.
Infine una battuta su Pierre Kalulu ritenuta “una gran sorpresa. Non ha mai mollato, migliora sempre e non è ancora finita”