L’allenatore del Real Madrid si è raccontato nell’intervista a DAZN e ha svelato diversi aneddoti e retroscena della sua carriera
Difficile per un allenatore immaginare di poter eguagliare i traguardi raggiunti in carriera da Carlo Ancelotti. L’ex tecnico del Milan e attuale del Real Madrid, ha vinto davvero tutto quello che c’era da vincere e ad oggi è considerato uno dei migliori di sempre nel suo ruolo.
Con il trionfo in Liga dello scorso anno, è diventato il primo allenatore ha vincere il titolo in tutti i top cinque campionati europei. Nel suo palmarès ci sono anche ben quattro Champions League, oltre che tantissime coppe a livello nazionale e internazionale. La speranza del 64enne emiliano è di arricchire ancora la bacheca quest’anno, anche perché il suo Real è ancora in corsa sia in Champions che in Copa del Rey.
E’ diventato già virale il video in cui va nello spogliatoio della squadra dopo la vittoria nel Clasico e concede un giorno libero ai suoi ragazzi. Ancelotti qualche giorno fa ha accolto Diletta Leotta nel centro sportivo di Valdebebas, per raccontarsi in uno dei focus di DAZN. Tante le sue dichiarazioni e gli aneddoti del passato svelati.
Dal soprannome di Carletto, passando per le esperienza da giovane, fino al culmine della carriera in quello che lui definisce il miglior club al mondo, ovvero il Real. Sono tante gli spunti interessanti che Ancelotti offre nell’intervista.
“Le emozioni prima di una partita sono sempre le stesse, – esordisce l’allenatore” – la preoccupazione e le tensioni che passano all’inizio della partita. Io sono però sempre ottimista e voglio dare sensazioni positive alla squadra”. Il tecnico spiega quindi subito che, nonostante il passare degli anni e l’accumularsi delle esperienze, l’adrenalina è sempre uguale.
Ancelotti ha militato per cinque stagioni al Diavolo da calciatore e poi ne è stato l’allenatore per altri otto. Il suo cuore dunque, ha assicurato, si divide esattamente a metà tra Milan e Real. “Io sono milanista e madridista, cinquanta e cinquanta. Sono le due società alle quali mi sono legato di più”.
La Leotta gli chiede a questo punto se si sarebbe mai immaginato di arrivare a questi livelli. La sua risposta è indicativa: “A volte ti svegli la mattina e dici ‘Dove sei?’ Ho allenato davvero tanti campioni, è stato ed è un bellissimo viaggio, anche perché non c’è solo il calciatore ma anche l’uomo”.