L’esonero improvviso di Jurgen Nagelsmann da parte del Bayern Monaco, ci riporta alla mente un episodio (quasi) analogo avvenuto quasi trenta anni fa al Milan
Una notizia improvvisa quella dell’esonero di Julian Nagelsmann da parte del Bayern Monaco. Nonostante i rumors di possibili dissapori nella spogliatoi, in pochi si sarebbero aspettati un simile epilogo in un momento decisivo della stagione con i bavaresi in lotta per il titolo di Bundesliga con il Borussia Dortmund e attesi ai quarti di finale di Champions League dal Manchester City.
Un episodio che ai tifosi del Milan più longevi avrà riportato alla mente, seppur in circostanze differenti, quando avvenuto ai rossoneri nell’autunno 1996. Concluso il ciclo dei trionfi con Fabio Capello, ingaggiato dal Real Madrid di Sanz, Galliani e Berlusconi decidono di affidare la squadra al Maestro, l’uruguaiano Oscar Washington Tabarez che aveva precedentemente allenato il Cagliari in Serie A.
Tabarez eredita una squadra che, nonostante il Tricolore sul petto, era a fine corsa. Tanti comunque i campioni ancora presenti come Baresi, Maldini, Savicevic, Desailly, Boban e Roberto Baggio, acquistato l’anno precedente dalla Juve. A rinforzare quel Milan arrivano Dugarry, Davids, Reizeger e, successivamente, Vierchwood e Blomqvist ma non basta.
La prima parte di stagione è decisamente deludente per il Milan. Staccato dalla vetta in Serie A, i rossoneri stentano anche in Champions League nel girone con Porto, Goteborg e Rosenborg ed escono dalla Coppa Italia eliminati dal Vicenza, futuro vincitore del trofeo.
L’apice della crisi del Milan arriva il 1 dicembre 1996. I rossoneri sono ospiti del Piacenza, compagine all’epoca stabilmente in Serie A. I padroni di casa chiudono la prima frazione in vantaggio 2-0 con i gol di Valoti e Eusebio Di Francesco. Nella ripresa, il Milan impatta con la doppietta di Dugarry poi capitola 3-2 per l’irripetibile prodezza di Pasquale Luiso.
L’attaccante stoppa la palla in area, contiene la marcatura di Costacurta e, con un’incredibile rovesciata, batte l’incolpevole Sebastiano Rossi. Un gol pazzesco che precede una serata decisamente movimentata per il Milan che culminerà con l’esonero di Tabarez e non solo.
In un’epoca in cui il web non esisteva e le trasmissioni sportive erano decisamente contenute nei palinsesti delle tv generalisti, il Televideo Rai rappresentava l’unico mezzo a disposizione per rimanere informati in “tempo reale”.
Lunedì 2 dicembre, di buon mattino, i tifosi del Milan e non solo avrebbero trovato alla pagina 201 del Televideo (quella dedicato al Calcio) una notizia decisamente sorprendente. Al prevedibile esonero di Tabarez è seguito, infatti, il ritorno al Milan di Arrigo Sacchi che, da pochi giorni, aveva lasciato la guida della Nazionale Italiana.
Un cambio di allenatore non certo imprevisto ma che, alla stregua di quanto avvenuto con Nagelsmann con il Bayern Monaco, è arrivato in un momento decisivo della stagione. Due giorni dopo l’arrivo di Sacchi, infatti, il Milan si giocava la qualificazione ai quarti di finale di Champions League nell’ultimo e decisivo match della fase a gironi con il Rosenborg.
Al Milan basta anche un pareggio per ottenere il secondo posto alle spalle del Porto ma, a San Siro, accade l’incredibile. I norvegesi vincono 1-2 con il beffardo gol di Eggem che condanna i rossoneri all’eliminazione.
Un esordio da dimenticare per Sacchi. Con il Milan fuori da tutto, la seconda parte della stagione sarà un disastro per i rossoneri con una serie di sconfitte umilianti (su tutte l’1-6 con la Juve a San Siro e il 3-1 nel Derby con l’Inter) e un disastroso undicesimo posto finale.
Sacchi, a fine campionato, lascerà il Milan. Gli subentrerà Fabio Capello, richiamato dopo la vittoria nella Liga con il Real Madrid. Sarà un altro ritorno disastroso con il decimo posto nel campionato 97-98, stagione nella quale i rossoneri persero anche la finale di Coppa Italia con la Lazio.
Nell’estate 1998, il Milan prova a ripartire da zero e ingaggia Zaccheroni dall’Udinese. Sarà una scelta vincente con la grande soddisfazione dello Scudetto 98-99, strappato alla Lazio di Eriksson, compagine decisamente più forte di quel Milan a suo modo, comunque, indimenticabile.