L’8 marzo 2020, il Milan ha disputato a San Siro una partita molto significativa, alla vigilia dell’inizio di un periodo tragico per l’Italia e il mondo intero
Non sarà mai ricordata come una domenica qualsiasi, quella vissuta dagli italiani l’8 marzo 2020. Su telegiornali, quotidiani e siti web, iniziavano a circolare notizie allarmanti provenienti dalla Lombardia, interessata per prima dalla diffusione di un virus, all’epoca senza un nome “ufficiale”, con il quale, purtroppo combattiamo ancora oggi.
In un crescendo di preoccupazione tra le prime zone rosse e l’imminenza di provvedimenti che di lì a poco avrebbero interessato tutti gli italiani, l’unico barlume di normalità, se così si poteva definire, in quella domenica era rappresentato dalla Serie A.
Si giocava una parte della 26.a giornata con il big match serale tra Juventus e Inter allo Stadium. In precedenza, alcune partite erano state già rinviate per timore dei contagi. Per quella domenica si decise per le porte chiuse ma solo per alcune come Milan-Genoa, in campo a San Siro alle ore 15 in un’atmosfera surreale.
In un silenzio assordante, per la prima volta gli appassionati videro immagini che li avrebbero accompagnati per i mesi a seguire: tribune vuote, nessuna stretta di mano prima del calcio di inizio, i giornalisti con le mascherine e distanziati da giocatori e allenatori durante le interviste e le urla provenienti dal campo facilmente udibili da casa.
Milan-Genoa, la sconfitta prima della rinascita
Il Milan si presentava al cospetto del Genoa reduce da un discreto inizio di 2020. L’arrivo di Ibrahimovic aveva rivitalizzato i rossoneri di Pioli, con uno score 15 punti in 8 partite e la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia, della quale si era disputata già l’andata contro la Juventus con l’1-1 di San Siro. L’unica battuta d’arresto contro l’Inter, vincitrice 4-2 in rimonta nel Derby di ritorno.
Pian piano il Milan stava risalendo in zona europea, al settimo posto a ben -12 punti dalla zona Champions. Con il Genoa, terzultimo, un pomeriggio da dimenticare per Ibra e compagni, sconfitti 1-2 con i gol di Pandev e Cassata nel primo tempo. Di Zlatan, la rete inutile per dimezzare lo svantaggio. Il giorno dopo, al termine di Sassuolo-Brescia 3-0, con il famoso “Andrà tutto bene” di Caputo, calerà provvisoriamente il sipario sulla Serie A.
Per tre mesi, di calcio non si sarebbe parlato tra bollettini di morti, positivi, contagiati dal Covid, le immagini di sofferenza strazianti provenienti dagli ospedali e un lockdown pesantissimo tale da mettere in ginocchio ogni settore della vita economica e sociale.
Il Milan sarebbe tornato in campo, il 22 giugno 2020, di lunedì al Via del Mare di Lecce. L’1-4 contro i salentini è stato l’inizio di un percorso di affermazione e rinascita che prosegue tuttora con obiettivi e ambizioni impensabili in quel tristissimo e surreale 8 marzo del 2020.
Pensare che tre anni dopo quel tristissimo pomeriggio di San Siro ci saremmo ritrovati a festeggiare il passaggio ai quarti di finale di Champions League, era pura utopia.