Bomba che sconvolge il calcio francese ed internazionale: il ricco patron del PSG sarebbe stato accusato con moventi davvero gravissimi.
Notizia sconvolgente che arriva direttamente dalla Francia, precisamente dalla capitale Parigi. Grossi guai in vista per Nasser Al-Khelifi, ovvero il presidente e patron del Paris St. Germain.
L’imprenditore e manager nativo del Qatar ha ricevuto di recente accuse decisamente gravi e pesanti. Ovvero di rapimento e tortura ai danni del lobbista algerino Tayeb Benabderrahmane.
Quest’ultimo ha denunciato il patron del PSG di questi violenti atti illeciti ai suoi danni. Come riferisce L’Equipe, il noto quotidiano sportivo francese, lunedì sono stati nominati i tre giudici istruttori a Parigi che esamineranno le accuse di Benabderrahmane.
Accuse gravissime al patron del PSG: cosa è successo
Da dove derivano le accuse mosse contro Nasser Al-Khelaifi? Pare che il lobbista Benabderrahmane avesse sporto denuncia già qualche mese fa. Nei racconti agli inquirenti l’algerino ha fatto sapere di essere stato prima rapito, dunque portato contro la sua volontà in un posto isolato e maltrattato per ordine di Al-Khelaifi stesso.
Il tutto è accaduto, secondo le ricostruzioni del giornale, nel 2020 in Qatar, paese d’origine della famiglia di Al-Khelaifi. Possibile che Benabderrahmane fosse in possesso di informazioni riguardanti i traffici poco leciti del presidente del PSG, in particolare per l’assegnazione del Mondiale 2022 al Qatar.
Benabderrahmane, come spiegato dai media in Francia, ha così presentato una denuncia con parte civile, per la quale la legge francese consente un’indagine giudiziaria sui presunti reati. I suoi avvocati, Maïtres Romain Ruiz e Gabriel Vejnar, si sono dichiarati “molto soddisfatti” della notizia dopo aver passato mesi a tentare di portare il caso all’attenzione della giustizia francese.
Continuano dunque a nascere ombre e misteri sulla figura dell’imprenditore qatariota, già sotto accusa nel mondo del calcio sia per aver ostacolato la creazione della Superlega, sia per avere un margine di spesa eccessivo di calciomercato senza che venga indagato dalla Uefa.