Le dichiarazioni di Andrea Agnelli sul progetto Superlega che, secondo l’ex presidente della Juventus, porterebbe soltanto benefici ai club.
Il momento dirigenziale di Andrea Agnelli non è sicuramente dei più rosei. L’ex presidente della Juventus infatti si è dimesso dalla carica qualche settimana fa, come prologo del caos plusvalenze false che ha colpito il club bianconero.
Lasciando in disparte le questioni illecite della Juventus sotto la sua gestione, va ricordato come Agnelli sia uno dei personaggi più discussi del mondo del calcio europeo. L’ex presidente dell’ECA resta infatti uno dei maggiori fautori del progetto Superlega, il campionato europeo alternativo che ha provato a rompere l’egemonia della Uefa.
L’organo centrale del calcio europeo ha bloccato tutto sul nascere, dichiarando la Superlega come illegittima. Ma Agnelli non molla l’osso, visto che la Juve è uno dei club rimasti maggiormente ancorati a tale progetto.
Andrea Agnelli è tornato a parlare pubblicamente in una lunga intervista al quotidiano olandese De Telegraaf. Parole dure, sincere e la convinzione che rivoluzionare il calcio internazionale non sia così malsano.
“Il monopolio della UEFA deve essere spezzato per dare ai club un futuro finanziariamente stabile. Un futuro in cui i club non cadano nel caso non si qualificano una volta per le competizioni europee – ha ammesso Agnelli – I top club di tutte le sottodivisioni dell’ECA si erano accordati su un nuovo formato. I club di medie dimensioni delle grandi leghe, i dirigenti delle grandi leghe e alcune associazioni nazionali vedevano il nuovo formato come una minaccia e quindi Ceferin si è ritirato“.
La Superlega resta per Agnelli la soluzione della svolta: “In molte competizioni, nazionali e internazionali, i vincitori sono noti in anticipo. Principalmente a causa degli introiti che i club ottengono dal mercato nazionale. Se rimane tutto così prevedibile come in questo momento, il pubblico si allontanerà dal calcio. Da qui l’idea di un campionato europeo con diverse divisioni con un sistema di promozione e retrocessione. A condizione che offrano pari opportunità ai club. Pensate a sessanta-ottanta club in tutta Europa”.
La sua lotta con l’Uefa e le divisioni con Ceferin: “Ho molti contatti con i club e molti sono favorevoli a un panorama calcistico diverso. Ma se parli con me, sei d’accordo con me o mi segui, vieni bandito dalla UEFA. Come club, proclamare apertamente di volere un modello di campionato europeo migliore e più equo non ti rende simpatico. Ceferin? Lui e Infantino faranno di tutto per rimanere al centro del potere. Per assicurarsi i loro privilegi. Avete visto cosa dice Ceferin nel documentario della Apple? Come presidente UEFA, si sente potente come un re e parla come un primo ministro dell’organizzazione delle competizioni“.