L’ex rossonero non cita il Diavolo ma parla solo di due squadre amate: la parentesi in rossonero era durata solamente un anno
I giocatori che hanno vestito la maglia del Milan negli ultimi anni sono stati moltissimi. Alcuni hanno lasciato un bel ricordo e altri meno. Alcuni sono rimasti a lungo e altri sono andati via dopo poco tempo.
Tra questi c’è stato anche Leonardo Bonucci, che ha indossato la maglia del Diavolo nel corso della stagione 2017-18. Era l’anno della rivoluzione con Fassone e Mirabelli, che colsero l’opportunità di arrivare al difensore e lo fecero capitano della squadra per il nuovo progetto. Dopo la finale di Champions persa il classe 87′ lasciò la Juventus e si unì ai rossoneri, con l’obiettivo di interrompere il dominio della Vecchia Signora in Italia.
Le cose però, sotto la gestione di Vincenzo Montella prima e di Gennaro Gattuso poi, non andarono nel migliore dei modi e a fine stagione Bonucci lasciò subito il Diavolo tornando proprio in bianconero, nell’ambito dell’operazione che portò Mattia Caldara al Milan. L’unico sussulto del Diavolo in quella stagione fu in Coppa Italia, dove però poi arrivò la disfatta in finale, sempre con la Juventus.
Nel corso dell’iniziativa ‘Junior Reporter‘, andata in onda sul canale Twicht della Juventus, Bonucci ha colto l’occasione di parlare del suo passato e dei suoi obiettivi per il futuro.
Parliamo di uno dei giocatori italiani più vincenti di sempre, che non ha ancora intenzione di mollare i suoi sogni e che spera di realizzare ancora altri obiettivi prima di chiudere la sua carriera.
“Io volevo diventare campione d’Italia e campione d’Europa. Ho vinto lo Scudetto con la Juve e l’Europeo con la Nazionale. Se non dovessi riuscire a vincere una Champions League con la Juventus, il mio obiettivo è vincerla da allenatore”. Bonucci ha poi spiegato il significato che ha avuto la Juventus per lui, che con la Nazionale è stata l’unica squadra che ha amato.
“Io ho amato due maglie: quella della Nazionale e quella della Juventus. Vestire la maglia bianconera è stato realizzare il sogno di una vita, il raggiungere qualcosa dopo tanti sacrifici. Avevo i poster in camera dei giocatori che avevano indossato questa maglia e quando la Juve mi ha chiamato mi sono detto che ero riuscito ad arrivare dove volevo arrivare”.
Il centrale di Viterbo ha vestito anche le maglie di Inter, Treviso, Pisa, Bari e Milan, ma chiaramente il suo nome è legato solo alle due squadre da lui citate. Inevitabile che la sua parentesi al Milan sia stata dimenticata, da lui come dai tifosi del Diavolo.