Il Milan ha deciso ormai da settimane di cambiare pelle sul campo. Una strategia diversa e nuova che non riguarderà solo la prima squadra.
Il Milan ormai non è più la squadra che i tifosi rossoneri e gli appassionati hanno apprezzato lo scorso anno nella corsa trionfare dello Scudetto numero diciannove.
Non tanto per le prestazioni e lo stato di forma della squadra, bensì per come scende in campo di recente. Stefano Pioli ha capito che il 4-2-3-1 che tanto bene aveva fatto negli scorsi anni, non è evidentemente ripresentabile in questo periodo.
Dal match con l’Inter, il derby perso la scorsa settimana, il Milan si sta cominciando a presentare con una veste diversa. Più abbottonato dietro, con Pioli che sta puntando su un centrale di difesa in più e un esterno offensivo in meno.
Il cambiamento di Pioli è voluto per donare maggiore equilibrio e compattezza difensiva, col rischio però di essere meno espansivo in fase di ripartenza offensiva. Il modulo scelto è una sorta di 3-4-1-2, come visto anche contro il Torino venerdì sera.
Tre difensori centrali, due esterni a tutto campo, due mediani davanti alla difesa (forse l’unico accorgimento tattico non differente dai precedenti) più un trequartista ad agire dietro ad una prima ed una seconda punta.
Rivoluzione che, si spera, dovrà portare a risultati immediati, soprattutto nel computo delle reti subite. Ma la cosa particolare è che tale cambio non riguarderà solo la prima squadra: anche il Milan Primavera si sta conformando a tutto ciò.
Ignazio Abate, allenatore della formazione giovanile, sta seguendo Pioli. Oggi, per il match di campionato con il Frosinone, l’ex terzino rossonero ha abbandonato il 4-3-3 da lui sempre utilizzato passando ad un più accorto 3-4-2-1. Dunque difesa a tre anche per la Primavera, altra squadra che ha bisogno di ritrovare equilibri e certezze dopo un periodo delicato.
Con regole e situazioni diverse, tale conformazione sembra ricordare l’esempio del Barcellona. Il club catalano è stato forse il primo in Europa a mantenere un’egemonia tattica valida per tutte le formazioni, dai pulcini fino alla prima squadra.
Il tutto nacque sotto la gestione di Pep Guardiola, che chiese espressamente agli allenatori della ‘cantera‘ di far giocare le loro squadre giovanili con lo stesso metodo tattico del Barça dei grandi. Dunque 4-3-3, tiqui-taca, scambi stretti e tanta qualità nelle giocate strette. Un metodo scelto per far apprendere la filosofia calcistica ed agevolare la crescita dei singoli verso il debutto tra i big.
Quello del Milan può sembrare meno studiato e più casuale, ma è interessante vedere come Pioli e Abate, rispettivamente tecnici di prima squadra e Primavera, possano lavorare in una certa simbiosi confrontandosi in quel di Milanello.