Il Milan è un disastro a Riad e per l’Inter è una passeggiata. Pioli come Spalletti: il cambio tattico può essere la soluzione
Premessa: sfruttare l’errore dell’avversario è un merito. Lo ha fatto bene la Roma, lo ha fatto bene il Lecce – rimontato solo perché tecnicamente inferiore -, lo ha fatto benissimo l’Inter. Che porta a casa la Supercoppa di Riad con una partita perfetta, da applausi. E ammettere che il Milan gli ha agevolato la vita non toglie nulla alla prestazione (e al risultato) dei nerazzurri.
Sì perché il Milan di queste ultime quattro partite si è sempre fatto gol da solo. Pensateci: i due gol contro la Roma da calcio piazzato, Messias che apre le acque al Torino in Coppa Italia, Kalulu che sbaglia in impostazione e in marcatura a Lecce, tutta la difesa che stende il tappeto rosso ad un meraviglioso Edin Dzeko, con lo sciagurato Tomori su Lautaro – che poi fa un gol da campione del mondo vero – come ciliegina sulla torta. Un disastro su tutta la linea, incomprensibile considerando che, come abbiamo sottolineato più volte, proprio la difesa era stato il punto di forza della corsa Scudetto.
Cosa succede alla difesa
Spiegare cosa sta succedendo è davvero complicato, o forse no. La scelta di schierare Kjaer dal primo minuto ha lasciato perplessi ma, come abbiamo appena visto, non è certo un problema di singoli. O meglio: se parliamo di singoli, pesa l’assenza di Maignan perché è come aver tolto la cornice dal quadro, il pezzo che tiene legato il puzzle. Ma più in generale è un problema di attenzione, di principio, di riferimenti. Il Milan li ha persi tutti, e non da oggi, non solo nelle ultime partite. E forse Maldini lo aveva capito subito, spingendo fino alla fine per acquistare Sven Botman, oggi fra i migliori difensori della Premier League.
Un’involuzione vera e propria che, per forza di cose, influisce e incide anche sulla fase offensiva. Partire con due gol di handicap in ogni partita ti toglie lucidità e capacità di scelta. Leao è un esempio: senza la frenesia di dover rimontare è più facile prendere decisioni migliori di calciare da 40 metri (e senza mai, o quasi, prendere la porta). E lo stesso concetto vale per tutti gli altri: risolvere il problema dei gol subiti deve essere la priorità. E come si fa?
Il Milan come il Napoli?
È abbastanza evidente che anche Stefano Pioli, che di momenti difficili ne ha passati ma come questo forse mai, è in confusione. I cambi continuano ad essere un problema (provare De Ketelaere o Dest esterno a destra invece di Origi, no?) e anche le idee. Ma è solo un momento: l’allenatore, insieme alla squadra, troverà la soluzione. Che possa essere un cambio di sistema? Il Napoli di Spalletti ha svoltato definitivamente con il passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-3 e chissà che non possa funzionare anche al Milan – con Vranckx o il rientrante Krunic a rimpolpare il centrocampo e aiutare gli affannati Tonali e Bennacer (con CDK mezzapunta a destra con meno compiti tattici e più libero di svariare). Lo deciderà Pioli, che in questi anni si è guadagnato l’onore – e anche l’onere – della fiducia di tutti, fino alla fine. Lo scopo è soltanto uno: blindare di nuovo la difesa e ridare certezze a tutta la squadra.