Tifoso d’eccezione per il Napoli. Gli azzurri conquistano tutti…incluso Arrigo Sacchi. Il tecnico rivela “Ho esultato quando Kvaratskhelia ha segnato”
Arrigo Sacchi ha legato inesorabilmente il suo nome a quello del Milan, e ad uno dei cicli più gloriosi della storia rossonera. Il tecnico non ha mai nascosto il suo affetto mai mutato per il Diavolo, ma neanche la sua passione per il bel gioco.
Quando si pronuncia il nome di Arrigo Sacchi viene subito in mente il Milan e quella squadra capace di entrare nella ristretta cerchia delle più forti della storia. Uno scudetto, una supercoppa italiana, ma soprattutto due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Europee e due coppe intercontinentali vinte tra il 1987 e il 1991. Il palmares di Sacchi parla da sé, così come il suo contributo alla causa rossonera e al calcio moderno.
Il “sacchismo” ha fatto scuola. Bel gioco, ruoli dinamici, una squadra dai meccanismi perfetti capace di attaccare e difende muovendosi all’unisono. Quel Milan è stato l’antenato (ancora forse mai davvero raggiunto) del calcio moderno.
La propensione al calcio offensivo e spettacolare era parte integrante dell’ideologia di Sacchi e del gioco del suo Milan, e il credo calcistico del tecnico si è “trasportato” anche dopo avere terminato la sua carriera da allenatore. Sacchi anche nel ruolo da opinionista che ormai da anni lo vede impegnato nel mondo del calcio non ha risparmiato alcune pesanti critiche agli allenatori più “conservatori” elogiando invece le squadre che hanno proposto bel gioco e un calcio più propositivo.
Sacchi “incorona” il Napoli: “Tifo per loro”
Parlando di filosofie diverse, e di stile di gioco più conservatore contro uno più propositivo e orientato verso l’attacco in settimana ha sicuramente fatto discutere la sfida tra Juventus e Napoli. Nella gara del Maradona i due allenatori Spalletti e Allegri si sono fatti portavoce di due stili di gioco totalmente diversi, più “sacchiano” il primo, decisamente più “vecchia scuola” il secondo.
L’esito del match, un clamoroso 5 a 1 per il Napoli di Spalletti, sembra dare ragione a Sacchi e agli amanti del bel gioco. Tanto è che l’ex tecnico rossonero non ha nascosto di avere esultato per la vittoria del Napoli. “Sul gol del 2 a 0 di Kvaratskhelia ho gridato tanto che mia moglie si è spaventata” ha confessato “Tifo per loro. Per Spalletti è ora di vincere lo scudetto, ha gioco e idee” ha detto sicuro, elogiando il tecnico per avere mostrato un calcio bello ed efficace, non solo utopico: “In Italia è un’eccezione”.
Il segreto del Napoli è il collettivo, e avere giocatori con testa:” Quando allenavo guardavo quello prima ancora dei piedi” ha confessato, rivelando un aneddoto relativo al presidente Berlusconi. “Era preoccupato di prendere Ancelotti perché il medico aveva diagnosticato problemi alle ginocchia. Gli dissi “Se avesse problemi al cervello sarebbe un problema, lo prenda e vinceremo”.
Tutto, insomma, sta nella testa. Il Napoli, però, ha molto nelle sue mani. Insomma, con buona pace del “suo” Milan, che certo avrebbe sperato in un pareggio tra Napoli e Juventus, gli azzurri sembrano avere conquistato Sacchi. Impossibile per il tecnico resistere al bel calcio.