Il progetto stadio di Milan e Inter a San Siro è a rischio: c’è la possibilità che un vincolo faccia sfumare i piani previsti dai club, pronti a reagire.
A breve Milan e Inter si sfideranno in Arabia Saudita per aggiudicarsi la Supercoppa Italiana, ma c’è un ambito nel quale sono molto unite. Ci riferiamo al progetto stadio, che stanno portando avanti insieme da diversi anni.
C’è la volontà di rimanere in zona San Siro, ma realizzando un nuovo impianto sportivo e abbattendo il Giuseppe Meazza. Un investimento da 1,2-1,3 miliardi, considerando anche il distretto multifunzionale che nascerà attorno e le nuove aree verdi previste. Il sindaco Beppe Sala, dopo qualche resistenza iniziale, alla fine ha accettato i piani dei club.
Il progetto non è comunque quello previsto inizialmente a livello di volumetrie, Milan e Inter hanno dovuto rivederlo e rientrare all’interno dei limiti imposti dal PGT (Piano di Governo del Territorio). Ma c’è la voglia di andare fino in fondo da parte delle due squadre e anche di una buona parte dell’amministrazione (comunque abbastanza divisa sul tema).
San Siro, ci sarà il vincolo? Sgarbi insiste
Vittorio Sgarbi, sottosegretario al Ministero della Cultura del Governo Meloni, da settimane insiste sul fatto che nel 2024 verrà posto un vincolo che impedirà l’abbattimento di San Siro. Ignazio La Russa, presidente del Senato e membro della medesima maggioranza, lo ha smentito dichiarando che l’esecutivo non intende muoversi per porre tale vincolo.
Il Corriere della Sera spiega che Milan e Inter sono pronte a intraprendere un’azione legale: in primis per impugnare l’eventuale vincolo, considerato illegittimo; ma potrebbero anche spingersi a chiedere un risarcimento al Ministero per i soldi e il tempo perso.
I club rimangono comunque fiduciosi che la questione si sgonfierà e che non sarà necessario agire legalmente. Però non si può escludere nessuno scenario. Proprio per questo stanno pensando anche ad un’altra soluzione per costruire il nuovo stadio. Spesso si fa il nome di Sesto San Giovanni, comune che da tempo si è detto disponibilissimo ad ospitare l’opera. Anche San Donato Milanese è un’ipotesi trapelata.
I dettagli sul vincolo
Tecnicamente è il segretario regionale del Ministero dei Beni Culturali che può decidere se vincolare o meno il Giuseppe Meazza. Ciò dopo aver sentito la Sovrintendenza e la Commissione regionale per il Patrimonio Culturale, chiamata a esprimere un parere vincolante.
Il 13 maggio 2020 la Commissione decise che l’attuale stadio di San Siro non presentava interesse culturale ed era escluso dalle disposizioni di tutela. Questo perché le persistenze dell’impianto originario del 1925-1926 e dell’ampliamento del 1937-1939 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi, non risalenti a oltre 70 anni fa. Questo è il lasso di tempo trascorso il quale scatterebbe nel 2024 il vincolo monumentale che fa riferimento alla posa del secondo anello nel 1954.
Però il segretario regionale aveva stabilito che “le stratificazioni, gli adeguamenti, gli ampiamenti fanno dello stadio un’opera connotata dagli interventi del 1953-1955, oltre che da quelli del 1989-1990, nonché delle opere successive al Duemila. Quindi un’architettura soggetta a continua trasformazione in base alle esigenze“.
Cosa vuole fare Sgarbi
Vittorio Sgarbi intende far mettere un vincolo di tutela storico-relazionale in base all’articolo 10, che è quello negato nel 2020. Il Corriere della Sera spiega che il provvedimento amministrativo può essere modificato tramite una procedura di autotutela, però Milan e Inter la considererebbero illegittima perché non sono presenti fatti nuovi rispetto alla prima pronuncia.
È sulla base di quell’atto che i club hanno avviato il progetto per realizzare un nuovo San Siro. Dunque potrebbero far partire un’azione risarcitoria nei confronti del Ministero, dal quale dipendono Segretario e Commissione.