La Gazzetta dello Sport propone oggi un approfondimento sulla questione Nuovo Stadio per Milan e Inter. Prende sempre più piede un’ipotesi!
Per Milan e Inter la necessità di fondare un nuovo stadio, moderno e all’avanguardia, è sempre più forte. Ormai la convinzione è una soltanto: se si vuole competere davvero anche in campo europeo servono nuove strutture. Aumenterebbero in maniera netta gli introiti, senza più il dovere di pagare un affitto che da troppi anni, e soprattutto adesso, pesa in maniera netta sulle spalle dei due club.
E attorno al nuovo stadio sorgerebbe un’area commerciale che contribuirebbe enormemente ad arricchire le casse dei Milan e Inter. Un merchandising vario, e volto ad attirare sempre più tifosi e appassionati. Sappiamo bene che i due club il progetto del Nuovo San Siro lo hanno bello che pronto. La Cattedrale è stata presentata al Comune di Milano ormai tre anni fa. Perchè è ancora tutto fermo?
Lo spiega bene stamane la Gazzetta dello Sport, con anche le parole di Vittorio Sgarbi a fare da cornice. I due club milanesi erano convinti che il 2023 sarebbe stato l’anno giusto per mettere i paletti del Nuovo San Siro, con i lavori che sarebbero cominciati intorno alla metà del 2024, e la prima partita giocata nella Cattedrale tra il 2027 e il 2028. Ciò avrebbe portato alla demolizione di San Siro dopo il 2026, anno nel quale la Scala del Calcio dovrà ospitare la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici Invernali. Ma già i primi giorni di gennaio non la stanno dicendo bene a Milan e Inter. Queste scadenze sembrano difficili da rispettare.
San Siro, Milano aspetta il Governo
Prima delle feste, appunto, Milan e Inter avevano ricevuto il consenso dal Consiglio Comunale dopo il lungo iter del dibattito pubblico. Portare la capienza a 70 mila spettatori, aumentare le aree verdi de La Cattedrale, non alzare il prezzo dei biglietti: questi erano i punti cruciali venuti fuori e intimati dal dibattito. All’inizio del nuovo anno sarebbe dovuta arrivare la delibera della Giunta di Palazzo Marino, che però non è ancora arrivata, e ad oggi sembra quasi impossibile che arrivi.
Il motivo? Il problema più grande è adesso rappresentato dal vincolo relazionale che il Governo italiano, nella persona di Vittorio Sgarbi, vuole apporre sullo Stadio San Siro. A questo si aggiunge anche il vincolo monumentale, che si attiva dopo 24 anni, e quindi nel 2024 nel caso dello Stadio Giuseppe Meazza. Ciò si traduce con l’ormai certezza che il Governo non vuole abbattere San Siro. Vittorio Sbarbi, Sottosegretario allo Cultura, ha parlato chiaro a La Gazzetta dello Sport oggi: “Il vincolo relazionale verrà fatto: è intuitivo che San Siro non possa essere abbattuto. Tutti i tifosi sono con me. San Siro è un bene comune”.
Milan e Inter, a questo punto della vicenda, sono pronti a prendere in considerazione un piano B. Il primo porta sempre a Sesto San Giovanni.
Milan, pronto il piano B: si fa sul serio
Il sindaco di Sesto San Giovanni ha aperto in maniera sin troppo esplicita alla possibilità di costruzione del Nuovo San Siro nella sua città. Un’alternativa, forse l’unica, che rimane credibile. L’ex area industriale Falck sarebbe una zona ideale dove far sorgere il nuovo impianto di Milan e Inter, o di uno soltanto dei due club. Ciò che rimane dubbio è se anche nel caso di Sesto, i due club cugini decidano di andare a braccetto così come fatto con il progetto la Cattedrale.
Nelle scorse settimane è stato soprattutto il Milan a prendere in considerazione tale ipotesi. Sappiamo bene quanto la costruzione di uno Stadio nuovo di zecca rappresenti l’obiettivo numero uno della proprietà RedBird. L’americano Gerry Cardinale, grande uomo d’affari nello sport, conosce alla perfezione l’importanza di avere una propria struttura e che sia soprattutto all’avanguardia. D’altronde i migliori club europei disconoscono la modalità dello stadio condiviso. Pensiamo a Londra, o Madrid. Ogni squadra ha il suo stadio di proprietà! E gli introiti e i benefici sono sin troppo evidenti.
Una cosa è certa per quanto concerne Milan ed Inter: il tempo stringe e bisogna trovare una soluzione il prima possibile.