Il Governo cambia idea: niente più salva-calcio. E’ un grosso problema soprattutto per l’Inter. Ecco cosa sta succedendo
Il calcio italiano non se la passa certo bene. Sono davvero lontani gli anni in cui la Serie A era considerato il miglior campionato. Ora i grandi calciatori nel nostro paese sono solo di passaggio. Tenere il passo della Premier League sta diventando sempre più duro e i risultati in campo internazionale faticano ad arrivare. La vittoria dell’Europeo da parte dell’Italia sembra essere stato più frutto del caso che di un progetto.
Non è un caso che gli azzurri non giochino un Mondiale ormai da otto anni. Troppi per un paese che vive di pane e calcio e tra i club la situazione non è certo diversa. Era il 2010 quando l’Inter portava a casa l’ultima Champions League. Il Covid sembra aver dato davvero l’ultima mazzata alle grandi squadre, che faticano ad essere competitive ai massimi livelli.
Il Milan, però, ha cambiato strada, intraprendendo un percorso virtuoso. Niente più spese folli ma acquisti mirati. I rossoneri, con Elliott si sono affidati alla competenza, dentro e fuori dal campo. Dopo anni difficili si è così tornati a sorridere con la vittoria dello Scudetto. L’inizio di stagione ha portato anche la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League.
Il Milan ha intrapreso un percorso che piace anche agli sponsor e lo testimonia il rinnovo con Emirates, che verserà nelle casse rossonere più del doppio, circa 30 milioni di euro all’anno.
I conti sono in netto miglioramento e ci si avvia alla parità di bilancio. Anche il debito nei confronti del fisco è tra i più bassi tra i grandi club italiani. Solo 10 milioni di euro. Ben distanti dall’Inter, che dovrà versare allo Stato 50 milioni di euro. Non se la passano bene nemmeno Lazio, con 40 milioni di debiti, la Roma con 38 milioni e Juve e Napoli rispettivamente con 30 e 25 milioni.
Nella serata di ieri è stato depositato il pacchetto di emendamenti riformulati al Dl Aiuti Quater in commissione Bilancio del Senato. Un pacchetto che non comprende più quello salva-calcio, che prevedeva la rateizzazione delle tasse non pagate da parte delle società sportive.
Il nuovo testo – scrive Calcio e Finanza – prevedeva che le tasse e i contributi sospesi nel biennio colpito dall’emergenza Coronavirus potessero essere versati integralmente il 22 dicembre oppure in 60 rate di pari importo spalmate su cinque anni, a fronte del pagamento di una mora del 3%.
Senza salva-calcio, dunque, i club di Serie A sono chiamati a saldare i propri debiti col fisco entro i tempi stabiliti dalla legge, come qualsiasi altro individuo.