Subito dopo la fine del Mondiale in Qatar, il tecnico alla guida della Nazionale ha parlato delle sue possibili dimissioni. Ecco le sue parole.
I Mondiali in Qatar stanno regalando ai tifosi ed ai sostenitori delle proprie nazionali grandi emozioni. Al netto delle eliminazioni ai gironi di Belgio e Germania, quello di quest’anno è il Mondiale delle Big e dei fuoriclasse.
Messi, Neymar e Mbappé (su tutti) stanno regalando perle incredibili, con il francese capocannoniere della competizione con bene 5 reti. Tuttavia il ct di una delle Nazionali partecipanti alla competizione ha annunciato le sue possibili dimissioni: ecco di chi si tratta.
Spagna-Marocco: possesso sterile
La Spagna esce clamorosamente agli ottavi di finale del Mondiale in Qatar contro il Marocco. Quarta sconfitta contro la selezione nordafricana: le precedenti nel 1986, 2002 e 2018. Rigori fatali per le Furie Rosse: Luis Enrique si era rifiutato di definirli come una “lotteria, ma un momento di grande tensione in cui devi mostrare quanto la sai controllare. Conta ovviamente anche il portiere e noi siamo messi bene”.
Possesso palla, passaggi e trame di gioco da imbottigliare qualsiasi avversario: eppure la Roja ieri è caduta contro il Marocco. Unai Simon si è rivelato più fragile del suo collega marocchino, Bounou, che sembrava aver stregato la sua porta (zero rigori subiti). Il gioco, che è stato il vero pallino di Luis Enrique, gli si può esser ritorto contro come un boomerang: “La mia ossessione è il gioco, il risultato mi preoccupa zero”.
E forse si sbagliava perché nonostante i 975 passaggi completati dagli spagnoli, rispetto ai 235 del Marocco, gli iberici non sono riusciti a portare a casa il risultato, non qualificandosi ai quarti. Possesso palla sterile perché nella stragrande maggioranza dei casi, i passaggi sono stati lontani dalla porta avversaria, volti quindi ad addormentare il gioco. Lo 0-0 al termine dei supplementari è risultato essere lo specchio, proprio di questa situazione.
Luis Enrique, l’annuncio: “Non è il caso”
The day after tomorrow: questa è l’alba del giorno dopo per Luis Enrique, che ha deciso di non effettuare nessuna scelta a caldo, eppure per lui è già domani. Ma una lunga e profonda riflessione il ct deve averla fatta subito dopo il rigore decisivo di Hakimi.
“Ora non posso dire nulla per un motivo molto semplice: non so cosa farò. Ad ogni modo il mio futuro non è importante. Per la decisione ci sono varie cose da tenere in considerazione: da una parte il mio contratto scade, dall’altra io sono felicissimo in nazionale e con la federazione, il rapporto con Rubiales e Molina è eccezionale e se fosse per me resterei qui tutta la vita, ma non è il caso”.
Per lui si avvierà un periodo di riflessione: riflessione dovuta agli ultimi due insuccessi della Spagna agli Europei e al Mondiale. Capire cosa sia meglio per lui e per la Nazionale: “Ora devo riflettere con molta tranquillità per fare la cosa migliore non solo per me ma anche per la nazionale”. Il risultato di oggi? Chiaro che influisce, perché tutto influisce. Ora devo tornare a casa”. Bisogna ammettere che è davvero molto difficile immaginare il futuro dell’ex allenatore di Roma e Barcellona ancora alla guida della Spagna.
L’analisi sulla gara
Tasto dolente quello dei rigori per la Spagna che, dopo essere stata eliminata dall’Italia proprio in questo modo l’estate del 2021, in semifinale, ieri ha rivissuto l’incubo della lotteria dei penalty.
Tuttavia il ct delle Furie Rosse si è complimentato con il Marocco perché “ai rigori sono stati più bravi, Bonou è stato bravissimo. Ma io mi complimento anche con i nostri giocatori, tutti abbiamo dato tutto quel che potevamo. Mi spiace tantissimo per i nostri tifosi. Bisogna attendere un’altra opportunità”. Poi ha parlato dei rigoristi, dicendo: “Ho scelto i primi tre”. E sulla partita: “Abbiamo dominato noi. Il calcio è uno sport bellissimo, ma può succedere di vincere anche senza attaccare”.