Paolo Maldini ha parlato dei derby di Milano contro l’Inter che ha vissuto da giocatore del Milan: tante le emozioni che si provano in quelle partite.
Il Derby è sempre un momento molto atteso della stagione per le squadre di Milan e Inter, oltre che per i loro tifosi. Un appuntamento che genera tanta carica e anche un po’ di tensione. C’è grande voglia di vincere, ma anche un po’ di timore di perdere. Un mix di sentimenti da dover gestire al meglio.
Paolo Maldini è colui che nella storia ha giocato più stracittadine di Milano e, ovviamente, è stato interpellato nello speciale ‘On the Pitch – Derby di Milano’ realizzato dal club rossonero: “Il derby, così come Milan-Juventus e anche Milan-Napoli, potevano darti una carica emotiva diversa. Soprattutto nei primi anni questa carica mi ha un po’ limitato. Nei primi due-tre derby non ho fatto partite di alto livello. Una volta abituatomi a quel tipo di stress, è stata la partita che aspettavo di più. Alla fine viviamo per quelle emozioni”.
Nel novembre 1994 ha segnato il suo unico gol contro l’Inter: “Volevo tirare, ma non pensavo di metterla nell’angolino sinceramente. Ero dentro l’area, da lì avevo poche cose da fare. A volte una cosa più istintiva può sorprendere il portiere e così è stato”.
Maldini spiega che non aveva la fissazione di dover segnare, considerando il ruolo che ricopriva in campo: “Essendo un difensore, non sono mai stato così attratto dal dover fare gol. Ovviamente è una bella sensazione, però non è mai stato una fissazione per me. Io ho sempre inteso il mio ruolo come quello di difensore”.
Nel maggio 2001 il Milan ha sconfitto l’Inter per 6-0. Paolo commenta così quel trionfo: “Il primo tempo è stato più equilibrato di ciò che il risultato ha detto. Abbiamo trovato le chiavi giuste per fare male a una squadra che era in difficoltà”.
Inevitabile parlare del derby di Champions League della stagione 2002/2003, quando la squadra di Carlo Ancelotti riuscì con l’1-1 in “trasferta” ad accedere alla finale poi vinta contro la Juventus: “Si è svolto nell’arco di sei giorni. Abbiamo giocato mercoledì e martedì, sono stati giorni molto intensi. C’era una sorta di elettricità attorno alle due squadre e in tutta la città. C’era una sensazione anche di paura, che fa parte del mondo dello sport, ma anche di eccitazione”.