Torna a parlare l’agente Tom de Mul, colui che ha portato De Ketelaere al Milan: parole chiare sul momento del talento belga.
La fiamma del talento puro non si è ancora accesa. Charles De Ketelaere non riesce ad infiammare il suo nuovo pubblico, che lo ha accolto come un profeta del calcio moderno e senza fronzoli.
Nelle ultime cinque gare di campionato Stefano Pioli lo ha sempre fatto partire dalla panchina. CDK sta avendo difficoltà nel calarsi nell’universo Milan, manca il gol o l’episodio che possa sbloccarlo dall’emotività e dal torpore.
A fare chiarezza sul momento ‘no’ di De Ketelaere c’ha pensato il suo agente. Tom de Mul, colui che in qualche modo ha agevolato il suo passaggio al Milan dal Bruges, per 35 milioni di euro complessivi.
De Mul, agente di De Ketelaere: “Va aspettato, come successo a Leao e Tonali”
Intervenuto allo Sjotcast Podcast in patria, De Mul ha parlato di quelle che sono le difficoltà di De Ketelaere, il quale non sta riuscendo ad esprimersi come vorrebbe.
“De Ketelaere va aspettato, le difficoltà che sta vivendo sono normali – ha ammesso il procuratore – Un primo anno in un top club ha sempre i suoi alti e bassi. In questo giocano un ruolo enorme le grandi aspettative che si sono create. Intanto c’è da dire che quella del Milan è stata una grande mossa, il trasferimento ha richiesto un po’ di tempo per essere finalizzato. Quindi da parte dei media c’è molta attenzione”.
L’agente boccia il paragone fatto in estate con Kakà: “Ricky è stato un fenomeno, ma è un accostamento che preferiresti non avere quando inizi in un nuovo club”. Inoltre la sua ‘attesa’ va di pari passo con quello che è stato il percorso di altri top player del Milan attuale: “Il Milan sapeva che sarebbe servito un po’ di tempo per adattarsi. Hanno avuto esperienze simili con Leao e Tonali. C’è da dire che tutte quelle aspettative, forse, hanno portato a una situazione in cui il ragazzo è stato giudicato in modo troppo severo. Alcune critiche sono giuste, ma le aspettative restano alte per il primo anno. La lingua, la nuova cultura, un club così grande. È una cosa normale”.