La sintesi dei 4 anni di Ivan Gazidis come amministratore delegato del Milan, incarico ufficialmente terminato quest’oggi.
Quattro anni. Importanti, intensi, fatti di scontri e di idee condivise, di progetti pianificati e di successi. Ivan Gazidis ha vissuto una piccola parte della sua esistenza nel Milan ed è stato sicuramente un tornado di emozioni.
Un personaggio che forse non lascerà ricordi indelebili nella storia del Milan, ma che merita gli elogi e gli encomi, per come si è integrato in un universo molto differente dal suo.
“Grazie per il caloroso affetto, per la pazienza mostrata verso un inglese venuto all’improvviso come uno sconosciuto” – ha detto in maniera commossa Gazidis oggi al popolo rossonero per salutarlo. Uno straniero che ha saputo dare linfa vitale al progetto Milan, anche sotto traccia.
Gazidis, gli scontri con Boban e la pazza idea Rangnick
L’ingresso di Gazidis al Milan è stato formalizzato nel dicembre 2018, dopo il divorzio dall’Arsenal. Il biglietto da visita con cui il manager sudafricano si presentò fu eccellente: numeri clamorosi quelli realizzati nel bilancio dei Gunners, cresciuti prepotentemente a livello di brand e ricavi sotto la sua guida gestionale.
Considerato il personaggio chiave del progetto internazionale di Elliott Management, Gazidis si è però dovuto scontrare con il punto di vista dei dirigenti dell’area tecnica. In particolare Zvonimir Boban, ex campione croato da subito contrario alle idee ed ai piani strategici del sudafricano. Un feeling mai nato, così come con la proprietà, che portò al licenziamento di ‘Zorro’ per giusta causa.
Gazidis nel 2020, anno della pandemia da Covid-19, stava lavorando ad un Milan rivoluzionario. Meno tradizione e più universalità, un manager a 360 gradi a guidare un’armata di giovani terribili. Ecco perché aveva già preso contatti con Ralf Rangnick, allenatore e dirigente tedesco dalle idee particolari.
Un arrivo, quello di Rangnick, che sembrava ormai apparecchiato per la stagione 2020-2021. Decisione che rischiò di rompere i rapporti tra lui e Maldini, creare un solco tra il Milan del passato, amato dai tifosi, ed un Milan ridimensionato e sulla scia di club come Lipsia o Salisburgo, più fucina di talenti che società da cinque stelle.
Alla fine Gazidis, tra manifestazioni di scetticismo popolari e risultati concreti, decise di abbandonare la sua prima idea. Sposò il progetto Stefano Pioli, sponsorizzato da Maldini e Massara: mai passo indietro fu più azzeccato.
Il tumore e l’affetto ritrovato dei tifosi
Il 2021 è stato un anno particolarmente duro per Gazidis. Il Milan post-pandemia trovò la forza del gruppo (guidato da un Ibrahimovic apprezzato anche dall’AD) riconqusitando l’accesso alla Champions League. Mentre il manager ad inizio estate dovette annunciare la lotta contro un terribile male: un tumore alla gola.
Gazidis ha dovuto temporaneamente abbandonare il suo ruolo operativo, mai mollato del tutto, per curarsi negli States. Terapie e follow-up costanti per un problema di salute grave, fortunatamente affrontato con enorme zelo dal sudafricano. Il tutto mentre nasceva il Milan dello Scudetto numero 19.
Già ad ottobre 2021 Gazidis tornò a Milanello, con l’espressione vincente, di chi è stato capace di vincere una battaglia terribilmente dura. Il tumore era già alle spalle e con grande forza d’animo l’AD è riuscito a riprendere il suo lavoro al massimo. Ha vissuto da protagonista la straordinaria impresa Scudetto del Milan di Pioli, di Giroud e di Leao. Ha esultato con clamore, ha diviso i meriti con il resto del management, ha sentito l’affetto del popolo milanista che non ha mai mancato di essergli vicino durante la malattia.
I risultati sul bilancio e sul valore del brand AC Milan
Gazidis verrà dunque ricordato come uno dei dirigenti del ritorno in auge del Milan, del diciannovesimo Scudetto e della proprietà americana. Ma non vanno sottolineati in questi 4 anni i successi sottotraccia ottenuti dal manager.
L’ex Arsenal ha lavorato alacremente sulle partnership e sui ricavi commerciali. La strategia globalizzata ha portato il Milan ad aumentare gli introiti ogni anno di ottime percentuali. Il brand AC Milan è cresciuto esponenzialmente, anche grazie al ritorno in Champions dopo tanti anni. Risultato: il bilancio del Milan è stato risanato in maniera quasi totale nell’arco di tre stagioni, nonostante i guai della pandemia e la mancanza di introiti da stadio.
Un uomo concreto, pragmatico, ma anche sensibile. Che ha avuto la fortuna di trovare il Milan e la sua calorosa gente nel momento più difficile. E’ stato bellissimo esultare e trionfare con te, Ivan.