Sgarbi e Salvini, entrambi nel Governo Meloni, esprimono idee diverse sul futuro dello storico stadio di San Siro.
Milan e Inter vogliono rimanere nell’area di San Siro, ma costruendo un nuovo impianto sportivo. Tuttavia, stanno incontrando non poca opposizione. Sono tante le persone, anche all’interno delle istituzioni, che sono contrarie all’abbattimento del Giuseppe Meazza e alla realizzazione di uno stadio ex novo.
Vittorio Sgarbi, appena nominato sottosegretario alla Cultura del Governo Meloni, ha parlato dell’argomento all’agenzia Ansa: “Il Meazza non si tocca. Non lo dice Sgarbi, ma la legge. San Siro è del 1926, sarebbe come buttare giù l’Eur a Roma, e quindi è automaticamente vincolato avendo oltre 70 anni. Non si può buttare giù. Se serve un vincolo, lo metterò. Però non occorre un vincolo per salvarlo, semmai sarebbe necessaria una decisione del ministero per dire di abbatterlo. Però dal ministero non arriverà mai”.
Anche Fabio Rampelli, parlamentare di Fratelli d’Italia e vice-presidente della Camera dei Deputati, ha ricordato che San Sito è del 1926 e pertanto non si può toccare, ci sarebbe un vincolo che lo impedisce.
Matteo Salvini, leader della Lega e ministro delle Infrastrutture, si è così espresso sul tema del nuovo stadio: “Il Comune ha già fatto perdere troppo tempo a Milano, alle società e ai tifosi. Si scelta subito il nuovo San Siro oppure si vada a Sesto”.
Salvini è anche un tifoso del Milan e da tempo si è schierato a favore della costruzione di un nuovo impianto sportivo. La sua è una posizione differente rispetto a quella di altri colleghi di Governo, contrari all’abbattimento dell’attuale stadio di San Siro.