Le parole di Ariedo Braida, il dirigente della Cremonese che ha rivelato della sua simpatia per Milan e Monza ed i trascorsi.
Ariedo Braida, storico dirigente del Milan, oggi è alla guida sportiva della Cremonese. Ma l’ex rossonero vivrà stasera una serata a dir poco sentimentale.
Si gioca Milan-Monza, duello tutto lombardo tra la nuova e la vecchia dirigenza milanista. Silvio Berlusconi ed Adriano Galliani se la vedranno contro la squadra di Stefano Pioli.
Braida, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato con grande animo dei suoi trascorsi: “Non potete farmi subito la domanda difficile, non mettetemi in difficoltà. Io, se si gioca Milan-Monza, ho due cuori. È il club che ha reso riconoscibile uno sconosciuto come me. Anche oggi mi fermano, qualcuno è convinto che lavori ancora per il Milan, altri parlano della squadra e dicono “noi”.
Braida ed i retroscena del passato al Milan con Galliani
Il suo rapporto eccellente con Adriano Galliani: “Abbiamo lavorato una vita insieme, ho visto crescere i suoi figli, siamo andati a cena un’infinità di volte. Mai riuscito a pagarne una”.
Sui migliori colpi di mercato nel Milan: “Van Basten sono andato a vederlo al vecchio stadio di Amsterdam e mi colpì. Faceva solo cose determinanti. Dicono che devi vedere un giocatore tante volte, io ho un’altra chiave: deve scattarti qualcosa dentro, subito. Una volta sono andato in Brasile per prendere Rivaldo. L’ho chiamato: “È dura, ci sono difficoltà”. E lui. “Portiamolo a casa e basta”. Ho risposto quasi come Garibaldi: “Agli ordini”.
Parole al miele invece per il tanto atteso De Ketelaere: “Mi pare cheabbia tante qualità, soprattutto guarda avanti, vede la profondità, che nel calcio è la cosa più difficile. E Pioli è bravo, ha qualcosa di Ancelotti in chiave moderna”.
Poi la promessa, sarà allo stadio oggi: “In settimana ho chiamato Maldini: “Paolo, guarda che forse vengo”. Ci sarò, probabilmente andrò allo stadio assieme a Galliani, come ai vecchi tempi. Anche allora mi chiedeva il risultato del Monza. Solo lui e Berlusconi potevano portarlo in A».