Il dirigente non usa mezzi termini per criticare le società di Serie A gestite dai nuovi fondi e anche i rossoneri sono sotto accusa
La rivalità fra grandi squadre in Serie A è sempre accesa e non mancano mai attacchi mediatici dall’una all’altra società. Stavolta è toccato alla Lazio, che ha giudicato negativamente le proprietà delle altre big.
A farlo nello specifico è stato il direttore sportivo dei biancocelesti, Igli Tare, che ha tenuto una lezione all’università Luiss di Roma sul tema dell’evoluzione del diritto sportivo e dei profili economico-finanziari delle società. Bersaglio dell’accusa non è solo il Milan, ma anche Juventus, Inter e Roma, definite società “tecnicamente fallite”.
Queste le parole del dirigente albanese, che ha criticato in particolare l’ingresso dei fondi nel mondo del calcio, manifestando una preferenza per le gestioni familiari: “Sono rimaste in quattro: Udinese, Atalanta (che ha venduto le quote), Lazio e Napoli. Le multinazionali hanno solo interesse commerciale e si perde il bello del calcio, la passione, l’amore. Quei fondi lavorano con gli algoritmi e non vogliono più sapere la storia della squadra e della città. Io sono un fan della vecchia scuola”.
Tare ha rincarato poi la dose andando ad aggiungere: “Nel calcio si inventano competizioni inutili che hanno alcun valore: il calcio ha sbagliato la strada. Io ho la fortuna di lavorare con una società virtuosa. Oggi ci sono società, anche di prima fascia, come Juve, Roma, Milan e Inter che tecnicamente sono fallite ma vengono tenute in vita dal fatto che il sistema ne ha bisogno”.