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ML – Cafu, dalla Roma al Milan passando per Yokohama: i retroscena dell’agente

Ivano Antonelli, ex agente di Cafu, ha raccontato a MilanLive come si concretizzò il passaggio di Cafu dalla Roma al Milan.

Non ci sono dubbi sul fatto che Marcos Evangelista de Moraes, famoso come Cafu, sia stato uno dei migliori terzini destri della storia del calcio. Il brasiliano ha avuto una carriera straordinaria, togliendosi tante soddisfazioni e vincendo praticamente tutto.

Marcos Cafu (©Ansa Foto)

In Italia lo abbiamo ammirato con le maglie di Roma e Milan tra il 1997 e il 2008. Con quella rossonera ha messo insieme 166 presenze, 4 gol, 22 assist, uno Scudetto, una Supercoppa Italia, una Champions League, due Supercoppe Europee e un Mondiale per Club. Proprio a Milano ha chiuso la sua esperienza nel calcio giocato.

Cafu vicino allo Yokohama, poi il passaggio al Milan: l’ex agente parla a MilanLive

Noi di MilanLive.it abbiamo intervistato Ivano Antonelli, colui che è stato l’agente di Cafu e che ci ha raccontato come si concretizzò il trasferimento a parametro zero al Milan dopo gli anni trascorsi a Roma. Si parte dal periodo post Mondiale di Corea e Giappone:

Nel 2002 dopo il Mondiale vinto con la Nazionale, a un certo punto mi chiama un agente brasiliano che viveva in Giappone e mi ha detto che c’era una squadra giapponese importante interessata. Gli ho detto di aspettare novembre per riparlarne. Marcos sognava di vincere la Champions League, quindi avevo accantonato il discorso Giappone. Io mi sono mosso per trovargli un club. Lui andava in scadenza di contratto e non voleva rimanere alla Roma, riteneva chiuso il suo ciclo. Ho iniziato a interpellare società che ritenevo alla sua altezza. Anche se aveva 33 anni, ne dimostrava 27 fisicamente”.

Antonelli ha contattato per primo il Milan, ma le cose non sono andate per il meglio all’inizio:

Sapevo che la squadra che gli piaceva e che sognava fin da piccolo era il Milan. Contattai Ariedo Braida, ma parlai anche con Juventus, Inter, Manchester United, Chelsea, Arsenal, Liverpool, Real Madrid, Barcellona… Però queste società mi dicevano che era presto per parlarne e che avremmo potuto discuterne più avanti. Era solo novembre-dicembre. Successivamente mi sono confrontato con Marcos e abbiamo deciso di considerare il trasferimento Giappone. L’idea era quella di sparare alto con le richieste e di vedere cosa sarebbe successo, se avrebbero accettato”.

Marcos Cafu con Paolo Maldini, Adriano Galliani e Carlo Ancelotti (©Ansa Foto)

Visto che non si stava sviluppando nulla con i club europei, l’opzione del trasferimento in Giappone allo Yokohama Marinos diventa qualcosa di davvero concreto:

Parlai con quell’agente brasiliano che viveva in Giappone, poi a Roma venne il direttore sportivo dello Yokohama Marinos per parlare con noi. Dopo un po’ sono partito per il Giappone, il club accettò tutte le richieste avanzate da Marcos. Prepararono il contratto, lo mandai al calciatore e disse che era tutto ok. Firmammo e tornai in Italia. Cafu era dello Yokohama Marinos a tutti gli effetti”.

Cafu sembrava destinato a proseguire la sua carriera in Asia, ma a un certo punto c’è stata una svolta inattesa:

Dopo dieci giorni Marcos mi chiama dicendo che mi avrebbe telefonato Leonardo del Milan. Era febbraio-marzo. L’allora dirigente rossonero chiese di incontrarmi, accettai e il giorno dopo andai a Milano. Il Milan non sapeva nulla dello Yokohama Marinos. Gli spiegai l’apprezzamento di Cafu per il club e mi disse di incontrare Galliani a Roma per parlare del contratto. Andò tutto bene, ero convinto che il calciatore avrebbe giocato al 100% nel Milan”.

Marcos Cafu con la Champions League 2007 (©LaPresse)

Il terzino voleva giocare nel Milan, ma c’era un contratto firmato con lo Yokohama Marinos e Antonelli dovette impegnarsi molto. In quel periodo in Giappone si diffuse la SARS e anche tale argomento fu utilizzato come escamotage per liberare il brasiliano dal vincolo siglato:

Iniziai a utilizzare il discorso della SARS, ma i giapponesi non erano disposti a mollare. Mi chiamò Regina, la moglie di Marcos, dicendomi che non voleva andare in Giappone e di fare di tutto per portare il marito al Milan. Non era facile, avevamo firmato un contratto. Chiamai lo Yokohama dicendo che per via della SARS la famiglia non se la sentiva più, perché aveva paura. Mandammo indietro l’acconto che loro avevano versato dopo la firma. Al club giapponese spiegai che senza la famiglia il giocatore non avrebbe avuto il rendimento atteso, perché sarebbe stato da solo e avrebbe giocato solo al 50%, anche se in realtà sapevo che avrebbe dato il massimo lo stesso. Il ds dello Yokohama mi disse che avrebbe valutato”.

È servito un po’ di tempo prima di convincere la società giapponese a rinunciare a Cafu, che ha poi potuto coronare il sogno di indossare la maglia del Milan:

Chiamai Leonardo e gli comunicai che c’era un problema, ovvero la firma che avevamo fatto con lo Yokohama. Però gli spiegai che stavamo per rescindere il contratto. Gli dissi di tenere pronto il loro, perché il calciatore sarebbe andato al Milan. Sono riuscito a convincere lo Yokohama a rescindere, però pagando una penale. Era circa il 10 giugno, l’abbiamo pagata subito e poi Marcos è andato a fare i test fisici per il Milan. Era tutto felice e si è tolto un bel po’ di soddisfazioni con la maglia rossonera”.

Scritto da
Matteo B.