Le parole del centrocampista che non possono che far piacere al Milan: ecco le dichiarazioni del calciatore dal ritiro della sua nazionale
Da quando ha messo piede a Milano, Aster Vranckx ha indossato la maglia rossonera solamente in una circostanza. Il centrocampista belga, arrivato in Italia nelle ultime ore di calciomercato, in prestito con diritto di riscatto, ha giocato i 12 minuti finali della sfida contro la Sampdoria.
Il calciatore belga, classe 2002, del Milan cercherà di non far rimpiangere Franck Kessie ma dovrà riuscire a guadagnarsi il suo spazio. I titolarissimi a centrocampo sono Tonali e Bennacer. Alle spalle dell’italiano e l’algerino, al momento, ci sono Krunic e Pobega, che sta guadagnando sempre più terreno.
Dovrà dunque darsi da fare Vranckx, che ha lasciato il Wolfsburg per giocare maggiormente: “Dovevo cercare una soluzione e il progetto del Milan mi ha davvero affascinato – afferma a ‘Nieuwsblad’ -. I rossoneri lavorano molto con i giovani e mi hanno subito mostrato che vogliono davvero darmi delle opportunità. Anche se ovviamente devo meritarmelo, è così che va in un grande club. Questo fa parte del lavoro”.
Saresti al Wolsburg oggi se l’allenatore precedente fosse rimasto? Non è andata come previsto – prosegue Vranckx -. Non posso proprio rispondere, non lo so. Le cose possono cambiare rapidamente nel calcio. Il nuovo allenatore mi aveva detto che vedeva di più gli altri giocatori. Ha anche detto che pensava che fossi un buon giocatore ma non poteva darmi i minuti che volevo”.
Convocazione Europei – “Quando prendo una decisione, la sostengo sempre al 100%. Se arriva, arriva. Se non arriva, mi dispiacerà molto. Ma non mi pentirò di essere andato al Milan, questo è certo”.
Compagni belga – “Passo molto tempo con Charles De Ketelaere, mi ha anche dato dei consigli. Nazionale maggiore? Voglio diventare un Red Devil il prima possibile, ma non ho intenzione di dire a me stesso: entro due anni dovrò farlo. Spero che arrivi il prima possibile”.”
Leader Under 21 – “Sono sempre uno dei leader del gruppo, ora che ho quella fascia da capitano lo devo dimostrare ancora di più. Non che io sia il tipo di persona che vuolr stabilire le regole fuori dal campo. A volte sono stato un capitano quando ero giovane, ma la maggior parte delle volte giocavo con un gruppo più vecchio e il capitano era qualcuno più grande di me”.