In una lunghissima intervista rilasciata al Festival dello Sport di Trento, Adriano Galliani ha anche parlato di Paolo Maldini e della sua fede per il Milan…
Quando si parla di Adriano Galliani, gli occhi di ogni tifoso milanista iniziano a brillare. È un fatto normale, di cuore e sentimento. Il super dirigente ha fatto gli anni d’oro al Milan, al fianco del fedelissimo Silvio Berlusconi. Galliani è stato colui che ha portato i migliori giocatori in rossonero, permettendo alla squadra di vincere ogni trofeo possibile!
31 anni al Milan hanno significato tanto per Adriano, che oggi siede nella tribuna del Monza, ricoprendo il ruolo di AD per il club brianzolo. Ma non si possono di certo dimenticare le incredibili gesta al Diavolo. Kakà, Ronaldinho, Shevhcenko e tanti altri. Galliani i giocatori li andava a prendere sino a casa! Oggi è definito il Condor, colui capace di chiudere operazioni di mercato all’ultimo secondo.
Un mago, un maestro delle compravendite di calcio! Intervistato al Festival dello Sport di Trento, l’attuale dirigente del Monza si è concesso a tante, tantissime dichiarazioni. Di seguito le parole e i temi più caldi affrontati da Adriano Galliani.
Galliani nella sua lunga intervista ha parlato di tante personalità che hanno fatto parte del mondo Milan. Da Maldini a Van Basten e Pippo Inzaghi, per arrivare a Gianluigi Donnarumma. Ecco le parole dell’ex AD rossonero:;
Dida: “Spesso vado a rivedere i rigori della finale di Champions League a Manchester del 2003. Dida in quell’occasione ne parò tre. Dopo ci fu una festa per la vittoria della coppa, e mi trovai al tavolo con un medico. Gli dissi che ogni tanto rivedevo il rigore di Sheva e mi veniva paura che lo sbagliasse. Sapete cosa mi disse? Che ero irrecuperabile (sorride, ndr)”.
Donnarumma: “Gigio ci ha regalato l’ultimo trofeo dell’era Berlusconi al Milan, parando il rigore a Dybala nella Supercoppa. Se è arrivato al Milan il merito è di Mauro Bianchessi. Un giorno arrivò nel mio ufficio dicendo che dovevamo prenderlo anche se stava firmando con l’Inter. Alla fine siamo riusciti a prenderlo noi. Aveva soltanto 14 anni ma a 16 anni fece il suo esordio in Serie A. E non dimentichiamo che l’anno scorso è stato eletto miglior giocatore dell’Europeo”.
Maldini: “Paolo è il Milan, anche suo papà Cesare era il Milan. E’ incredibile pensare che nel 1963 Cesare Maldini ha alzato la Coppa dei Campioni in Inghilterra e 40 anni dopo Paolo ha fatto lo stesso a Manchester. E’ una cosa unica che non è mai successa da nessuna altra parte. Quando arrivammo noi al Milan, Paolo era in scadenza di contratto. Suo papà Cesare aiutava il suo agente. Mi diceva che non avrebbe mai portato Paolo lontano dal Milan. Quando ha lasciato il calcio abbiamo ritirato la maglia numero 3 che potrà essere indossata solo da uno dei suoi figli. Mi auguro che un giorno Daniel, Cristian o più probabile un nipote di Paolo possa indossare quella maglia”.
Maldini dirigente: “Il Milan aveva due figure in quegli anni: io e il presidente Berlusconi. Ho offerto a Paolo tutte le altre posizioni a parte la mia ovviamente e lui ha sempre rifiutato. Gli ho proposto diversi ruoli, ma a lui non andavano bene. Forse è meglio così, che sia arrivato dopo. Nella vita ci sono i momenti giusti per arrivare in un posto. Paolo sta dimostrando di essere un grande dirigente. C’è grande affetto tra di noi”.
Van Basten e Pippo Inzaghi: “Pippo Inzaghi è l’unico giocatore al mondo che a un metro dalla porta tirava di piatto e segnava di testa. È la persona più forte mentalmente che possa esistere. Lui non aveva il talento di alcuni grandi come Van Basten, ma era maniacale. Sapeva tutti i movimenti dei difensori, Pippo è il contrario di Ronaldinho e quella gente lì. Da fuori area non segnava mai, ma era troppo forte di testa e per questo ha segnato tantissimo. Van Basten è il più grande giocatore che abbiamo avuto“.
Milan-Monza: “Da San Siro al Duomo di Monza ci vuole troppo tempo. Il mio affetto per il Milan è immutato e sarà sempre così. Esulto ancora tantissimo, forse anche troppo. Starò al mio solito posto a San Siro. Sono tifoso del Monza e del Milan perchè 31 anni in rossonero non si possono dimenticare. Agli amici su Whathsapp mando sempre tre cuoricini: uno bianco, uno rosso e uno nero. Domenica era a San Siro per Milan-Napoli, la squadra di Pioli non meritava di perdere”.