Malick Thiaw sarà il nono calciatore tedesco nella storia del Milan. Ecco tutti i suoi predecessori
Un colpo di prospettiva arrivato quasi a sorpresa quello di Malick Thiaw, nuovo difensore del Milan acquistato a titolo definitivo dallo Schalke 04. Sembrava che Chalobah del Chelsea e Tanganga del Tottenham fossero avanti al tedesco e, invece, Maldini e Massara avevano già impostato nei dettagli la trattativa per Thiaw, profilo già attenzionato l’estate scorsa.
Con Thiaw, un calciatore tedesco tornerà a indossare la maglia del Milan dieci anni dopo Alexander Merkel, vincitore dello Scudetto 2010-11 con Allegri in panchina. Proprio l’attuale allenatore della Juve lo ha fatto debuttare da titolare il 6 gennaio 2011 a Cagliari nel match terminato 0-1 con gol di Strasser.
Dopo aver segnato il suo unico gol in rossonero con il Bari in Coppa Italia, Merkel ha giocato pochissimo prima del trasferimento al Genoa nell’ambito dell’affare El Shaarawy. Udinese, Grassophers, Watford, Pisa, Bochum, Admira Wacker, Heracles fino al Gazientspor in Turcha, queste le altre squadre del centrocampista che il Milan – si dice – preferì a un giovanissimo Christian Eriksen.
Capello biondo inconfondibile, ampia falcata, colonna del Milan di Rocco, Karl Heinz Schnellinger arriva in rossonero dalla Roma nel 1965. In rossonero vincerà tutto, un campionato, una Coppa Campioni, l’Intercontinentale contro l’Estudiantes nella battaglia di Buenos Aires, due Coppe delle Coppe e quattro Coppe Italia. Terzino moderno e libero all’occorrenza, Schnellinger ha disputato con la Germania due Mondiali, nel 1966 e nel 1970. Nel primo è stato uno dei titolari nella finale di Wembley con l’Inghilterra 4-2 con il gol non gol di Hurst ai supplementari. Nel secondo era in campo in uno dei match più importanti della storia del calcio ovvero Italia-Germania 4-3, allo stadio Azteca di Città del Messico.
C’era proprio Schnellinger sul palco dell’Alcatraz di Milano in occasione della presentazione della squadra per la stagione 1997-98, quella del ritorno in panchina di Fabio Capello. L’ex difensore ha accompagnato sul palco quello che doveva essere l’acquisto top (con Kluivert) di quella campagna acquisti ovvero Christian Ziege. Campione d’Europa nel 96 con la Germania e pluricampione con il Bayern, Ziege si imbatte in una stagione disgraziata e non riesce a dimostrare il suo potenziale. Zaccheroni lo tiene e pur giocando poco da titolare vince lo Scudetto prima di lasciare i rossoneri e trasferirsi in Premier dove indosserà le maglie di Middlesbrough, Liverpool e Tottenham.
Nel Milan campione d’Italia di Zaccheroni c’erano altri due tedeschi arrivati proprio insieme all’allenatore ex Udinese ovvero Oliver Bierhoff, capocannoniere della Serie A l’annata precedente con i friulani e il portiere Jens Lehmann, anche lui acquistato dallo Schalke come Thiaw. Destino opposto per i due connazionali. Bierhoff vincerà lo Scudetto 1998-98 trascinando il Milan a suon di gol di testa e non solo. Lehmann, invece, partito titolare, perde il posto dopo un’espulsione rimediata contro il Cagliari in avvio di campionato. Gli subentrerà Rossi che, a sua volta, lascerà la porta a Christian Abbiati dopo il rosso e la lunga squalifica per il pugno rifilato a Bucchi in Milan-Perugia.
Lehmann, nel gennaio 1999, torna in Germani al Borussia Dortmund poi andrà all’Arsenal. Con entrambe vincerà un campionato. Nel 2006, Lehmann difendeva la porta dell’Arsenal nella finale di Champions a Parigi contro il Barcellona di Eto’o e Ronaldinho, allenato da Rijkaard. Fu espulso per un intervento da ultimo uomo. Il suo sostituto Almunia non fu certo irreprensibile sul tiro di Belletti che ha consegnato la vittoria ai blaugrana.
Tre altri calciatori tedeschi hanno indossato la maglia del Milan a inizio Novecento nelle prime edizioni del campionato di Serie A: Johann Madler, Hans Heuberger e Max Laich, quest’ultimo in campo nel primo derby disputato contro l’Inter.