Maignan è tornato a parlare del paragone con Donnarumma che lo ha accompagnato all’inizio della sua esperienza in maglia rossonera.
Chi lo aveva seguito già al Lille conosceva il suo valore, ma Mike Maignan ha comunque stupito con il suo passaggio al Milan. Non era facile avere un impatto così positivo in una piazza dove le pressioni e le aspettative sono decisamente elevate.
Il portiere francese ha dimostrato immediatamente una grande personalità e doti da leader, oltre a qualità notevoli tra i pali. Ha colpito molto anche la sua abilità con i piedi, sempre più fondamentale nel calcio moderno. Paolo Maldini e Frederic Massara hanno acquistato un estremo difensore completo, perfetto per la squadra di Stefano Pioli.
Bonus compresi, ci è trattato di un investimento da circa 15 milioni di euro e adesso il valore del cartellino si è almeno triplicato. Ovviamente in questa stagione è atteso a una conferma delle prestazioni passate, però non ci sono dubbi sul fatto che mostrerà nuovamente di essere uno dei migliori numeri 1 del mondo.
Quando è arrivato in rossonero, Maignan ha dovuto fare i conti con l’inevitabile paragone con Gianluigi Donnarumma. Quest’ultimo se n’era andato al PSG a parametro zero e c’era chi pensava che si trattasse di una grossa perdita per il Milan. Invece, il nuovo acquisto si è rivelato più che all’altezza di sostituire il predecessore, rimpianto da nessuno.
Maignan in un’intervista a DAZN si è espresso anche su questo argomento e ha confermato di aver affrontato tutto con massima tranquillità: “L’anno scorso non ho sentito la pressione, anche se inevitabilmente ho visto che la gente ha fatto molti paragoni tra me e Donnarumma. A me però questo non cambia niente. Prima di ogni partita io mi isolo, perché fuori la gente parla troppo e io non voglio sentire su di me la loro pressione. Mi aiuto con la musica, o cerco di chiudermi ‘nel mio mondo”.
Dover rimpiazzare l’attuale portiere del Paris Saint Germain non gli ha creato nessun problema. A proposito della squadra francese, Mike in passato ci ha militato e lì ha conosciuto Zlatan Ibrahimovic. Su di lui ha raccontato un aneddoto: “Mi ricordo il primo anno in prima squadra a Parigi. Durante un allenamento, facciamo un lavoro sulle conclusioni degli attaccanti. Tutti sapevamo quanto Ibra calciasse forte. Ha calciato una palla molto forte, da dentro l’area, per cercare di sfidarmi. L’ho parata. A fine allenamento, dentro lo spogliatoio, mi ha detto che gli piaceva la mia mentalità, e di continuare così. Oggi, otto anni dopo, siamo qui insieme”.