Il grande ex campione montenegrino Dejan Savicevic ha raccontato alcuni vecchi retroscena e nuovissimi pareri sul mondo Milan.
Tra i calciatori più forti che negli anni ’90 hanno indossato la maglia del Milan c’è sicuramente un fantasista che ha fatto impazzire i propri tifosi per molto tempo, tra giocate eccellenti e gol d’autore.
Stiamo parlando di Dejan Savicevic. Il cosiddetto ‘Genio’, un numero 10 originario del Montenegro che ha letteralmente fatto impazzire il club rossonero e tutti i suoi tifosi. Impossibile non ricordare l’eurogol al Barcellona nella finale di Champions del 1994.
Un fantasista totale e senza peli sulla lingua. Come si evince dall’intervista rilasciata a Sportweek e pubblicata quest’oggi. Tante parole sul suo vecchio Milan, sulla squadra rossonera di oggi e su alcuni retroscena succosi.
Savicevic, oggi presidente della Federcalcio montenegrina, ha cominciato parlando del suo arrivo al Milan nel 1992: “Dovevo andare alla Juve, poi alla Roma, poi al Monaco in Francia. Poi è venuto Ariedo Braida, un grande dirigente, a Belgrado e ho firmato. È stato tutto veloce e facile”.
Il suo rapporto con Paolo Maldini: “Lui e Baresi erano i più grandi giocatori italiani dei miei tempi. Paolo adesso è un bravissimo dirigente, ha tanta esperienza, ha vinto il campionato. Ha il Milan dentro”.
Sul tifo ancora vivo per il Milan: “Non puoi dimenticare. Io sono presidente della federazione del Montenegro e tifoso del Milan. Ma un po’ meno di mio figlio Vlado. Sai, lui fa parte del Milan Club Podgorica, è andato a Reggio Emilia per la festa, in curva. Si è fatto le foto e le ha messe anche su Facebook. Io l’ho vista in tv, mi ha dato una grande gioia. Il merito è di Pioli. Per me è stato più bravo di Sacchi, Capello, Zaccheroni, Ancelotti, Allegri. Loro avevano tutti grandissimi campioni, lui aveva un giovane gruppo da modellare e aiutare. Ecco perché ha fatto l’impresa più grande”.
Savicevic è meno esaltato quando si parla della maglia numero 10 del Milan: “La indossa Brahim Diaz, ma lasciamo perdere… Dico solo che Pioli ha gestito e utilizzato la squadra con grande capacità e umanità”.
Il montenegrino torna sui suoi rimpianti rossoneri e sul rapporto con Silvio Berlusconi: “Il Milan mi ha dato molto, io forse potevo fare di più. Mi dispiace per la finale di Vienna nel 1995. Mi ero infortunato, magari giocavo contro l’Ajax e vincevamo. E per l’ultima stagione, quella del ritorno di Capello. È stata triste e brutta, poi Bergomi mi ha fatto male in un derby di Coppa Italia e non sono più stato bene. Berlusconi era innamorato di me, diceva che quando saltavo l’uomo lui saltava dalla poltrona. Oggi mi piacciono Leao e Hernandez, sono gli stranieri più bravi in assoluto”.