Il parere su Noa Lang, fantasista ed esterno d’attacco che il Milan segue da tempo e che alterna genio e sregolatezza in campo.
Continua il pressing del Milan nei confronti del Club Bruges. La squadra belga è una delle più attive nella crescita di giovani talenti, pronti dopo l’esperienza con i nero-blu ad approdare nel calcio che conta.
Da settimane si parla di Noa Lang come obiettivo dichiarato del Milan. I rossoneri, a caccia di un esterno d’attacco di qualità e con possibilità di arricchire la zona gol, starebbero seriamente pensando a questo talento di origine olandese, che è esploso proprio con la maglia del Bruges.
A parlare di Lang oggi c’ha pensato un professionista che conosce benissimo il calcio belga, ma vanta anche una lunga esperienza nel nostro campionato. Ovvero Jean-François Gillet, ex portiere di Bari e Torino, oggi preparatore dei portieri.
Gillet, intervistato da Tuttosport, conosce molto bene Noa Lang. Sia perché lo segue da appassionato e conoscitore di calcio, sia perché sta lavorando per lo Standard Liegi in patria, una delle rivali del Bruges nella lotta al titolo nazionale.
Il parere dell’ex numero uno belga è piuttosto variegato. Sulle colonne del quotidiano torinese fa intendere come Lang sia un calciatore dotato di qualità innate, ma allo stesso tempo di un caratterino non così facile:
“Lang è un talento puro. È fortissimo nell’uno contro uno, è rapido e sa saltare l’uomo con grande facilità. Ma allo stesso tempo è anche un po’ arrogante, o meglio: è uno che non si fa problemi a dire quello che pensa, di quelli senza peli sulla lingua. Un tipo diretto, consapevole di essere forte. Mi ricorda molto Antonio Cassano, io ho giocato con lui e quando c’era da saltare l’uomo era il numero uno”
Un paragone calzante con Cassano, altro genio e sregolatezza dalla fisicità brevilinea. Gillet, oltre che di Lang, ha anche parlato dell’altro grande talento del Bruges accostato al Milan. Ovvero Charles de Ketelaere, un elemento di cui si parla un gran bene in tutta Europa:
“Il vero Golden Boy del nostro calcio. In Belgio fa troppo la differenza, ha una classe superiore. Secondo me è già un calciatore da Milan, è pronto per il grande salto. Dovrà adattarsi al calcio italiano, ma non sarà un problema. Mancino, prestante fisicamente, non sente la pressione, è tagliato per un grande club”