Il Milan vira a Sesto: c’è il progetto del nuovo stadio

Il Milan è pronto a scegliere il piano B: addio Milano e nuovo stadio a Sesto San Giovanni. Spuntano le prime immagini 

Gerry Cardinale ha fretta. Il numero uno di Red Bird sa perfettamente che per rendere grande il Milan serve uno stadio di proprietà.

Gerry Cardinale
Gerry Cardinale

Le difficoltà riscontrate da Elliott con il comune di Milano, stanno spingendo i rossoneri verso nuovi lidi, più precisamente verso Sesto San Giovanni. Nonostante le smentite, arrivano sempre più conferme in merito alla voglia del Milan di accelerare e di abbracciare una volta per tutte questa ipotesi.

Il Corriere della Sera conferma tutto, mostrando anche le prime immagini del progetto, che portano la firma dell’archistar Norman Foster. C’è un disegno, un modellino che fanno intendere che il piano B sta per diventare la prima scelta e che adesso si fa sul serio.

L’area individuata è quella dell’ex Falck, quella vicino all’edificio storico che fino agli anni ’70 ospitava l’altoforno Tagliaferri.

Si parla di un impianto, con 60-70mila posti al suo interno, rivolto alle famiglie con servizi attivi sette giorni su sette, con una parte dedicata al museo e un’altra alla zona commerciale

Le parole di Di Stefano

Parla Di Stefano, che ha tutta la voglia di vedere crescere il nuovo stadio nella sua Sesto San Giovanni: “Sembrerebbe che il Piano B stia diventando il Piano A e noi ci speriamo con tutte le forze. Il confronto con i club ha portato le squadre a conoscere la realtà del nostro territorio che è collegato benissimo con il resto dell’area metropolitana: metrò, ferrovia, tangenziali, siamo vicini a Linate. Le squadre, o anche una sola, hanno bisogno di un nuovo stadio in tempi veloci per rimanere competitive a livello internazionale. Non hanno bisogno di perdere tempo su qualcosa di fumoso che non si sta concretizzando e rischia di crollare come un castello di sabbia”.

Linea verde – “Quello che abbiamo chiesto — dice Di Stefano — è mantenere i 24 ettari di parco disegnati da Norman Foster”.

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