Le parole dell’ex Ministro delle Finanze, che conosce molto bene il mondo dei fondi internazionali, riguardo al futuro del Milan.
Tutto praticamente fatto. Il Milan passa nelle mani di un importante fondo americano, RedBird Capital Partners. La società fondata a Dallas ha ormai firmato i contratti preliminari e diventerà entro settembre socio di maggioranza.
Una trattativa lampo quella tra Elliott Management, ormai ex fondo proprietario del Milan, e la società di Gerry Cardinale. Il quale ieri ha rilasciato le primissime dichiarazioni da nuovo patron milanista, parlando di progetto vincente e di aspirazioni a lungo termine.
RedBird ha già investito tanto nello sport. Prima negli USA, soprattutto in attività come il football americano ed il baseball. Ma successivamente anche nel calcio europeo, con la partecipazione all’interno del Liverpool e la proprietà del Tolosa in Francia.
Ma qual è il motivo principale che ha spinto Cardinale e soci ad acquistare il Milan? Sicuramente l’importanza a livello calcistico, con un brand sempre molto ambito nel mondo. Ma anche la stabilità nei conti societari grazie al lavoro certosino di Elliott.
C’è però un altro elemento chiave di questo investimento a larga scala, spiegato senza fronzoli dall’ex Ministro delle finanze Giulio Tremonti. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il politico ha parlato del nuovo Stadio come fulcro centrale del progetto RedBird.
Queste le dichiarazioni di Tremonti: “So chi sono i gestori di RedBird, ma per questioni totalmente estranee al Milan. Di sicuro lo stadio di Milano è uno degli interessi principali di questo fondo. Anche se so che il sindaco Sala non è intenzionato a dare l’ok ad un impianto solo per una singola squadra, bensì preferisce un progetto condiviso. La possibilità di realizzare una propria ‘casa’ fa gola a tutti, in questo settore”.
L’ex Ministro del governo Berlusconi ha ammesso che le proprietà made in Usa sono attratte proprio da questo business: “Tutti i fondi che decidono di investire nel mondo del pallone sono interessati principalmente a costruire stadi di proprietà. E’ un tema centrale nell’ambito di certi maxi-investimenti”. Ed il Milan è solo l’ultimo esempio, dopo i progetti di Pallotta e Friedkin a Roma, di Commisso a Firenze e di Saputo a Bologna.
Il core business di Cardinale girerà intorno all’impianto che il Milan intende realizzare. Nei prossimi mesi si capirà se andrà avanti il piano in condivisione con l’Inter, basato sulla “Cattedrale” dello studio Populous. Oppure se RedBird deciderà di allontanarsi dai rivali cittadini e pianificare un impianto tutto rossonero.