Maignan ripercorre la sua prima annata al Milan, molto positiva e che lo spinge a migliorare ancora: vuole essere protagonista in Champions League.
Era arrivato con il peso di dover sostituire Gianluigi Donnarumma, ma Mike Maignan non ha mai fatto rimpiangere il suo predecessore. Fin da subito si è capito che il Milan avesse puntato su un grande portiere e i fatti gli hanno dato ragione.
Se la squadra di Stefano Pioli ha vinto lo Scudetto è anche per merito suo. Ha più interventi decisivi che hanno contribuito al trionfo finale. La sua è stata una stagione quasi impeccabile, davvero pochissimi gli errori commessi. La sua partita peggiore è stata quella di campionato a Salerno, ma un passaggio a vuoto capita a tutti.
La certezza è che i rossoneri hanno trovato un portiere di altissimo livello come titolare e hanno fatto un mega affare. Infatti, sfruttando anche la scadenza contrattuale ravvicinata, hanno speso circa 15 milioni di euro. Un investimento che è stato ripagato da grandissime prestazioni. Adesso il valore del francese classe 1995 è più che raddoppiato.
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, a Maignan è stato chiesto se sia stato difficile raccogliere l’eredità di Donnarumma: «Non ho mai sentito nessuno stress in merito. Non è mai stato un obiettivo prendere il posto di Gigio o farlo dimenticare. Sono venuto qui per scelta professionale, per lavorare e giocare il mio calcio. Mi sono sentito subito a casa».
A proposito dello Scudetto vinto con il Milan, gli è stato domandato quando ha capito che ce la potevano fare: «Già all’inizio c’era voglia di provarci. Poi abbiamo avuto un periodo meno positivo, siamo andati quasi in panico. Ma ci siamo parlati e rimessi al lavoro, dicendoci che non era finita. Quando l’Inter è inciampata a Bologna, abbiamo capito che per loro era finita. E grazie pure all’Inter, dopo il 3-0 in Coppa Italia avevamo il coltello tra i denti. Quella sconfitta ci ha molto motivati».
Mike spiega anche l’importanza di avere un ex come Nelson Dida nello staff dei preparatori: «La sua presenza è stato uno stimolo in più, sapevo che mi avrebbe permesso di migliorare. Tecnicamente e fisicamente siamo simili, questo aiuta. Parliamo tanto, è un punto di riferimento».
L’ex portiere del Lille indica la sua migliore qualità: «Tecnica e tattica si lavorano quotidianamente, quindi direi la forza mentale. Infortunio? Ero frustrato, era difficile da accettare. Stare a casa senza fare niente non fa per me, avevo troppi obiettivi. Così sono rientrato in sei settimane invece che in dieci».
Maignan indica pure quale è stata la parata più bella della sua stagione: «Quella su Luperto contro l’Empoli a San Siro. Con Dida avevamo discusso di quel tipo di parate e non la pensavamo allo stesso modo».
Conosceva già Zlatan Ibrahimovic dai tempi del PSG ed è stato importante averlo al Milan: «Si è complimentato per il titolo al Lille, ma mi ha spiegato che in Italia è un’altra storia e a Milano c’è più pressione. È un esempio per tutti e spero torni presto con noi».
Si parla anche della prossima partecipazione alla Champions League e dell’obiettivo stabilito: «Fare meglio, imparando da quando vissuto in questa stagione. Non la vinciamo da troppi anni. È un mio obiettivo riportare il Milan ai vertici anche in Europa, dove gli spetta».