Arriva il pensiero di Carlo Pellegatti in merito all’intervista a La Gazzetta dello Sport di Paolo Maldini. Ecco le dichiarazioni del giornalista
Inevitabilmente le dichiarazioni di Paolo Maldini sono diventate oggetto di discussione in queste ore. Tifosi, giornalisti stanno provando ad interpretare il pensiero del dirigente del Milan, che a pochi giorni dalla conquista del tricolore, ha voluto mandare un messaggio, alla vecchia e nuova proprietà.
Un messaggio importante da parte di un simbolo del Milan, che ha voglia di fare in fretta. Ha voglia di non disperdere il lavoro fatto fino a questo momento. Ha voglia di portare a casa quegli obiettivi per i quali lavora da mesi.
Anche Carlo Pellegatti, intervenuto sul proprio canale YouTube, ha voluto dire la sua sulle parole di Paolo Maldini: “Queste dichiarazioni, che hanno sorpreso anche la proprietà e i tifosi, in questo momento non toccano la mia stratosferica gioia per aver vinto il campionato. Questa gioia è immensa, so che ci sono colleghi che la pensano diversamente e i tifosi sono allarmati”.
Perché Maldini ha detto questo? “Forse perché è preoccupato di dover passare un’estate ancora una volta senza un buon budget. Maldini dice “abbiamo una buona base” e vuole fare un ulteriore passo in avanti. Non so perché abbia fatto queste esternazioni in maniera pubblica… penso perché vuole dare un messaggio chiaro a chi sta per arrivare: Cardinale si troverà adesso ad affrontare il rinnovo di Leao e la questione Maldini.
Per quello che abbiamo potuto sapere Massara e Maldini non sono mai stati in discussione… In passato punti di vista diversi ce ne sono stati tanti e sono stati superati per il bene del Milan. Non ho pensieri che non possa succedere ancora così. Maldini indubbiamente deve rappresentare la continuità. Ma non escludo che vada via se non vedrà il progetto, lo ha sempre fatto capire
Stadio più grande – “Su una cosa sono totalmente d’accordo con Maldini, il nuovo stadio non può essere una bomboniera di 50mila di tifosi. Maldini ha ragione, lo stadio deve essere imponente, da 75/80mila, deve essere degno di Milano. Parlo anche dell’Inter, che ha questi numeri”.