Sandro Tonali ha rilasciato una bella ed emozionante intervista per la Gazzetta dello Sport. Dopo lo Scudetto, il giovane rossonero ha un sogno…
Sandro Tonali è uno degli uomini copertina di questo Scudetto. Si è preso il Milan sulle spalle nei momenti decisivi della stagione, mostrando a tutti quel famigerato salto di qualità. La critica sportiva lo definisce adesso un centrocampista completo, uno di quelli che, a lungo andare, può diventare tra i migliori d’Europa.
E il Milan se lo gode tutto il suo figlio prodigo, quello che ha da sempre i colori rossoneri nel cuore. C’è chi lo vorrebbe già capitano della squadra di Pioli, e chissà che ciò non possa accadere presto. Sandro è l’apoteosi del milanismo, e lo Scudetto conquistato lo ripaga di tutti i sacrifici fatti per rimanere, anche quando nessuno, esclusa la società Milan, credeva in lui.
Ieri abbiamo potuto assistere a delle immagini stupende direttamente dalla città di Milano, dove le squadra ha festeggiato con i suoi 200 mila tifosi il titolo di Campione d’Italia. Anche Tonali, sul pullman, ad incitare la folla e a partecipare al magnifico corteo. Oggi, invece, ci godiamo una gran bella intervista del centrocampista per la Gazzetta dello Sport.
Parole piene di significato e sentimento quelle di Tonali per la rosea.
Scudetto: «Quando vinci cambia ogni cosa, e se possibile l’attaccamento alla maglia aumenta. Ero bambino in strada a Sant’Angelo Lodigiano, paese milanista, per la festa da tifoso. A Reggio Emilia è stato pazzesco domenica, ma ho realizzato quanto abbiamo fatto solo una volta tornati a Casa Milan: ho letto l’emozione negli occhi dei tifosi intorno a noi, allucinante. In quel momento mi sono detto: non prenderò il telefono in mano per video o foto, questi momenti devo viverli e tenerli sempre con me».
Dal Brescia al Milan: «Non c’è il pericolo che io mi monti la testa. La Serie B mi ha fatto bene, prendi calci e pugni a palla lontana. Gli avversari sono dei martelli, hai due strade: o essere mangiato o essere più forte degli altri per emergere».
Cosa viene adesso? «A Santa Lucia ho già chiesto troppo, ma sognare non costa nulla e allora in futuro vorrei provare a vincere la Champions League con questi colori. Sarebbe qualcosa di indescrivibile».
Cos’ha avuto il Milan in più dell’Inter: «La fame. C’erano avversarie più forti sulla carta, come appunto l’Inter, ma nessuno aveva più voglia di noi. Ci abbiamo messo passione, cuore, emozione, valori. Così puoi arrivare ovunque, e noi lo abbiamo dimostrato».
La crescita del gruppo: «L’anno scorso ci è servito per studiarci, conoscerci, diventare quelli che siamo oggi. Kalulu è stata la rivelazione ma poi penso a Tomori e Maignan, venivano da altri campionati e sono stati sin da subito decisivi. Se cercate Mike possibile che lo troviate a Milanello anche adesso: ha una voglia matta di migliorarsi. Se io arrivavo un’ora e mezzo prima per fare terapie, lui era già lì. La prima volta che l’ho visto ho pensato: “Questo è enorme”».
Donnarumma: «Mi ha scritto lui. Spero sia felice del nostro successo come io lo sono del suo. È andato a Parigi e ha vinto subito, sapeva che qui c’era un percorso da fare. Mattoncino dopo mattoncino abbiamo costruito la nostra vittoria».
Miglior rossonero: «Leao, per le partite che ci ha fatto vincere quando eravamo davvero in difficoltà. Se parte palla al piede sai che arriva, io per primo ne ho approfittato: contro il Verona mi ha messo lui nelle condizioni di segnare due volte. Non ci sono miei meriti se non quello di essermi fatto trovare al posto giusto, il resto è tutto opera sua».
Il suo merito più grande: «Il gol alla Lazio, per il momento in cui è arrivato è stato il più pesante della stagione. Un altro gol arrivato da dentro l’area piccola, devo aggiungerne altri da fuori. E migliorare nella scelta dei tempi sui contrasti, troppe volte mi espongo al rischio ammonizione. Migliorerò, mi ispiro a Thiago Alcantara».
La conferma al Milan la scorsa estate: «Alla fine ricordo la telefonata di Maldini che mi dice: “Tranquillo, sei per la seconda volta un nuovo giocatore del Milan”. Lì ho messo il punto e sono ripartito. Arrivava dopo settimane di trattative, non un giorno o due: ringrazio i miei agenti per aver fatto tutto il possibile per realizzare il mio desiderio, per me hanno fatto davvero tantissimo. E grazie anche a Cellino per essere stato di parola: ha detto che voleva solo la mia felicità, e la mia felicità era qui al Milan».
Al Milan per sempre? «Ridurmi lo stipendio per il Milan non è stato affatto un problema, come non lo sarà il rinnovo. Perché è certo che io voglio stare qui, contratto dopo contratto. Sarebbe bello diventare una bandiera, ma non guardo così tanto oltre per scaramanzia. Sono così legato a questi colori da sapere che il mio prolungamento non sarà mai un problema, giusto che la società pensi prima ai compagni in scadenza che a me: ho già un accordo per altri quattro anni».
Il messaggio più bello ricevuto e quello che manderà: «Mia nonna che viene a San Siro per Milan-Atalanta non è un messaggio, ma un gesto che mi ha fatto felice. Il mio telefono è in tilt, appena lo sblocco chiamerò per primo Gattuso: so che è molto felice che il Milan sia tornato a vincere».