Stefano Pioli ha rivelato una sua impressione clamorosa nei primi giorni di lavoro a Milanello con i suoi calciatori fedeli.
Probabilmente in quei giorni in cui fu chiamato da Paolo Maldini per allenare un Milan in crisi, Stefano Pioli non avrebbe mai lontanamente immaginato di vivere momenti come quello attuale.
Il tecnico emiliano ha maturato una crescita individuale incredibile. Ha portato in circa due anni il Milan a vincere uno Scudetto inaspettato, ma totalmente meritato. Ha ridato fiducia ad un club in difficoltà, ha messo i calciatori in condizione di far bene, ha creato in sintesi un gruppo vincente e forte.
Pioli ha rilasciato, dopo i festeggiamenti dovuti per il titolo nazionale, una lunga intervista a Milan TV, nella quale ha rivelato tutti i passaggi che lo hanno portato a questo punto. Un percorso passato dal lavoro ma anche dalla crescita sua e dei suoi uomini, alcuni dei quali sembravano già destinati a vincere.
“L’occhio dell’allenatore conta sempre”: l’arma di Pioli per i suoi talenti
Interessanti le rivelazioni di Pioli, che ha anche messo in luce alcune impressioni personali avute durante il cammino tortuoso ma vincente. In particolare il tecnico ha esaltato due uomini che, senza dubbio, sono stati determinanti per lo Scudetto 2021-2022. Ovvero Sandro Tonali e Rafael Leao.
La grinta e la leadership del centrocampista classe 2000 più la verve e la qualità devastante del portoghese hanno trascinato il Milan, soprattutto in zona offensiva. Pioli è stato incensato per averli fatti rendere al meglio, ma il mister rossonero non nasconde che fossero già dei predestinati nei primi giorni di lavoro col Milan.
“L’occhio dell’allenatore conta. Al primo allenamento a Milanello li ho visti lavorare, mi sono girato verso i miei collaboratori e ho detto ‘Porca miseria!’. Due talenti sopraffini, ma gli è anche scattato qualcosa caratterialmente. Io sono un rompiballe, ma loro sono stati bravi ed intelligenti a seguirmi e lavorare al meglio. Dopo l’estate sono tornati migliorati, con voglia di fare. Avevano bisogno di uno stop per capire molte cose”
Un’impressione confermata dai fatti. La scorsa stagione sia Tonali e Leao sono stati criticati da stampa e tifosi per via del loro rendimento altalenante. Avevano mostrato qualità e talento, ma senza continuità o quel carattere ideale per esplodere. Il lavoro a Milanello, sia individuale che in gruppo, li ha fatti sbocciare.
Uno dei meriti assoluti di Pioli è stato quello di dare fiducia, manforte e grinta a quei calciatori del Milan non ancora esplosi. Un vero e proprio maestro e motivatore, che oggi merita questo tripudio.