Nel Milan vincitore del 19° Scudetto, decisive le prestazioni di Leao che, un anno fa, era ben lontano dal calciatore ammirato in questa stagione
Un anno fa non ci avrebbe scommesso nessuno, o quasi. Un mese fa, quasi meno di nessuno. Eppure ce l’abbiamo fatta, meritatamente. Il Milan è campione d’Italia per la 19esima volta nella sua storia. Ha vinto la squadra più forte, la più continua, la più efficace. I commenti sulla rosa degli avversari superiore, sui possibili rimpianti dell’Inter per uno Scudetto che si doveva vincere, li rispediamo al mittente.
Il Milan ha vinto, con merito. Lo ribadiamo, lo ribadiremo sempre fino all’inizio della prossima stagione che ci deve vedere ancora protagonisti. Il Milan di Pioli, il Milan di Maldini e Massara, di Zlatan Ibrahimovic leader in campo e fuori, di Sandro Tonali, di Mike Maignan, di Theo Hernandez, di Olivier Giroud, di Tomori e Kalulu, di Bennacer e Kessie, di Calabria e Romagnoli, di Simon Kjaer, di Messias e Saelemakers, di Diaz e Rebic, di Rade Krunic preziosissimo nel finale, di Rafael Leao.
Soprattutto di Rafael Leao dobbiamo dire. Devastante, inarrestabile, incontenibile, ne servirebbero anche altri di aggettivi per descrivere quanto fatto dal portoghese in una stagione memorabile tra dribbling, strappi, gol e assist che gli sono valsi il premio (altrettanto meritato) di Miglior Giocatore della Serie A.
Leao, in un anno è cambiato tutto
E’ cambiato davvero tutto per Rafa e lo ha ribadito lui stesso nel post match di Sassuolo. Si sente un calciatore migliore, più pronto e responsabile di quello ammirato un anno fa. Perché diciamocelo, nel finale della scorsa stagione, Leao ci stava facendo impazzire ma in senso opposto rispetto a quello che è avvenuto fino a ieri con i tre assist a Giroud e Kessie a suggellare un finale di stagione magnifico.
Poco incisivo, criticato e mai in condizione di far esplodere il suo talento (anche se va detto è stato schierato spesso da prima punta), l’emblema di un Rafa Leao ancora incompiuto è stato il palo colpito nel match decisivo di Bergamo, contro l’Atalanta, all’ultima giornata dello scorso campionato. Un tocco sotto su Musso in uscita che si è spento sul montante, un segnale ulteriore che qualcosa ancora non andava in Rafa per il quale si era anche paventata al cessione la scorsa estate. Fortunatamente però era solo una questione di tempo …