La memorabile partita contro l’Ajax è ancora nella mente dei tifosi rossoneri. Fu la serata chiave di una stagione indimenticabile
In questa stagione il Milan è tornato a calcare palcoscenici europei. Una cosa che non accadeva da tanti, troppi anni. Esattamente sette. Da quel momento solo tante delusioni per dei tifosi abituati sino ad allora a ben altro. Finalmente le cose stanno cambiando, lo si è visto benissimo in questa annata, ma si può e si deve fare ancora molto di più.
Il Milan targato Stefano Pioli ha capito solo adesso cosa significhi giocare in Champions League. E’ stata un’avventura utile a fare esperienza, per dei ragazzi molto giovani che non sono assolutamente abituati a certi tipi di partite. Lo si è visto benissimo nel match di apertura contro il Liverpool. Inizio shock per i rossoneri, reds subito avanti supportati dalla bolgia di “Anfield“. Poi Theo Hernandez e compagni hanno preso coraggio e hanno fatto vedere di che pasta sono fatti.
Per inesperienza, ma anche per alcuni torti arbitrali, l’avventura quest’anno in Europa è terminata molto presto ma sono state poste le basi per un futuro più convincente. Un futuro che potrebbe essere ancor più roseo col possibile avvento di Investcorp, il fondo con sede in Bahrain che pare vicino all’acquisizione della società. E’ inevitabile: senza soldi non si può dominare in ambito italiano, figuriamoci in quello internazionale. Non è più il calcio di una volta, non esiste più il romanticismo, e difficilmente si torneranno a vivere emozioni come quelle di un tempo. A proposito di emozioni, oggi ricorre l’anniversario di una partita memorabile proprio in Champions League.
Era il 23 aprile del 2003. A San Siro andava in scena il ritorno dei quarti di finale di Champions League tra Milan e Ajax. All’andata la gara fu soporifera, uno 0-0 che somigliava ad un “va bene, ce la giochiamo tutta al ritorno”. E così fu. Nella bolgia del Meazza si assistette ad una partita completamente diversa.
Milan di Ancelotti in vantaggio con super Pippo Inzaghi servito da Andriy Shevchenko, poi il pareggio nella ripresa dell’Ajax. 1-1 e olandesi qualificati. Ma solo per pochi minuti, dato che la reazione del diavolo fu immediata e sempre sull’asse Inzaghi-Sheva, con quest’ultimo abile a spedire la palla in rete. A spaventare notevolmente San Siro ci pensò Pienaar, che vinse un contrasto con Costacurta dopo la sponda di Ibrahimovic (sì, proprio Zlatan all’epoca appena ventenne. Da segnalare la rissa finale con colui che poi sarebbe diventato un compagno di squadra anni dopo, Alessandro Nesta). La rete del 2-2 gelò il popolo milanista. Assalto finale del Milan e gol della vittoria arrivato in pieno recupero grazie alla zampata di Pippo Inzaghi su cui si avventò sulla linea Jon Dahl Tomasson. Ancora oggi i tifosi hanno paura che fosse in fuorigioco. Per fortuna, non lo era.
Grazie a quel trionfo il Milan approdò in semifinale dove ebbe la meglio sull’Inter. Poi l’indimenticabile finale di Manchester contro la Juventus con la vittoria ai calci di rigore. Tutto però nato da quel Milan-Ajax. Tempi diversi, giocatori diversi, calcio diverso. Ma questo non significa che non si possa tornare a sognare in grande.