Ha giocato con alcuni dei più grandi calciatori della storia del Milan ma ha saputo ritagliarsi, sempre, uno spazio importante, lasciando un ricordo bellissimo nei tifosi che, in quegli anni, lo hanno acclamato. Ecco la storia di un grande attaccante rossonero
Si dice spesso adesso che il livello della Serie A attuale non è minimamente paragonabile a quello dei campionati di inizio millennio o degli anni ’80-’90. Un’opinione condivisibile se si pensa ai grandi giocatori che impreziosivano il roster delle big di Serie A, la cui grandezza era da ricercare anche nelle cosiddette “riserve”.
Il Milan di Sacchi e Capello ne aveva una di “riserva” (ma è alquanto riduttivo definirla così) che nella Serie A del momento avrebbe tranquillamente potuto ambire a divenirne il capocannoniere. Di chi stiamo parlando ? Ovviamente di Marco Simone.
Classe 1969, Peter Pan (questo il nomignolo che gli ha affibbiato Carlo Pellegatti), arriva al Milan dal Como per 6 miliardi di lire. Il trasferimento viene ufficializzato il 6 luglio 1989. Un colpo di mercato importante in risposta a un altro messo a segno dalla Juve che aveva acquistato un altro centravanti promettente, Pierluigi Casiraghi, dal Monza.
Simone arriva nel Milan pieno di Sacchi a rinforzare un attacco già straordinario con Van Basten, Gullit, Massaro e Borgonovo. Comincia così una lunga esperienza calcistica che lo legherà ai rossoneri fino al 1997. Otto anni nei quali, con Sacchi e Capello in panchina, Marco Simone vincerà 2 Coppe Campioni, 4 Scudetti (di cui tre consecutivi), 3 Supercoppe Italiane, 3 Supercoppe Europee e 2 Coppe Intercontinentali, un palmares che nessun calciatore italiano in attività può vantare.
Otto anni con 245 presenze e 74 gol, nei quali Simone ha giocato a fianco di campioni come Van Basten, Gullit, Savicevic, Papin, Roberto Baggio e George Weah. Con quest’ultimo nasce una grande amicizia che si concretizza anche in campo dove l’intesa tra i due è formidabile e decisiva per l’ultimo Scudetto di Capello nella stagione ’95-96.
Una storia di trionfi quella di Simone con il Milan, nella quale però non sono mancate le delusioni. Tra queste la finale di Coppa Campioni 1995 che Marco gioca da titolare contro l’Ajax in sostituzione di Savicevic infortunato. In quella partita, l’ex attaccante rossonero ha indossato un paio di scarpini Valsport, completamente bianchi, lanciando, di fatto, una moda, quella delle scarpette colorate che si diffonderà poi rapidamente tra i colleghi, tra cui lo stesso Weah, celebre per le sue Diadora rosse.
A un passo dal trasferimento al Bayern Monaco, Marco Simone sceglie il Paris Saint Germain nell’estate 1997. Con i transalpini vince due coppe nazionali, segnando il gol decisivo in una contro il Lens. Due anni dopo passa al Monaco dove è protagonista nella stagione 1999-2000 della vittoria della Ligue 1 con ben 21 gol all’attivo. Prestazioni quelle di Simone che non passano inosservate al punto che il Milan lo riporta in rossonero nel 2001. Alla stregua di tanti altri ritorni, anche quello di Simone non avrà successo. Saranno solo 9 le presenze nella stagione 2001-2002, di cui l’ultima contro il Borussia Dortmund nella semifinale di ritorno di Coppa Uefa.
Marco Simone si ritira nel 2006, all’età di 37 anni. Disputa la sua ultima stagione da calciatore con il Legnano, squadra di cui diventerà dirigente con la soddisfazione della promozione in Serie C. Diventa agente Fifa poi intraprende la sua prima esperienza in panchina con il Monaco che lo chiama dopo la retrocessione in Ligue 2 nel 2011. La stagione si chiude al nono posto senza la conferma.
La carriera di allenatore di Simone prosegue in Svizzera, al Losanna poi di nuovo in Francia, in Ligue 2, con Tours e Laval. Nel 2017 inizia il giro del mondo che lo porterà sulle panchine dei tunisini del Club African, dei thailandesi del Ratchaburi Mitr Phol (ha sostituito un altro ex rossonero, Christian Ziege), dei marocchini dello Chabab.
Nel 2019, un altro possibile ritorno al Milan, stavolta, da tecnico. Simone viene scelto come allenatore della squadra B che avrebbe dovuto disputare il campionato di Serie C alla stregua dell’attuale Juventus U23. Viene messo sotto contratto ma poi il progetto fallisce con la fine della dirigenza Fassone-Mirabelli e l’arrivo di Leonardo.
Un epilogo che Simone ha commentato amaramente in un’intervista alla Gazzetta: “Avevo rifiutato 5-6 proposte per l’orgoglio di tornare al Milan, anche se era la seconda squadra e io avevo sempre allenato le prime. Era stato Gattuso a fare il mio nome. Leonardo con me si è comportato male. Il progetto non l’ha nemmeno guardato. Peccato perchè di quel progetto, Maldini era entusiasta.”
L’ultima esperienza in panchina di Simone è datata 2021 con lo Chatearoux, di nuovo in Ligue 2. Retrocede in terza serie e viene esonerato a ottobre. Al momento, l’ex attaccante rossonero è in attesa di una chiamata per tornare ad allenare. Sarebbe bello rivederlo in futuro al Milan perché Marco, in rossonero, ha dato e vinto tanto. Buona fortuna, Peter Pan…