Bella intervista rilasciata dal brasiliano ex rossonero sulle note de La Gazzetta dello Sport. Ha parlato di Milan, di Italia e di… Ibrahimovic
Quanto giocatori passati da Milanello hanno fatto sognare i tifosi rossoneri. Da Shevchenko a Beckham, passando per Ronaldo il Fenomeno. E parliamo solo della storia recente del club. Negli ultimi anni pochi sono stati i campioni veri che hanno indossato la maglia del diavolo, forse nessuno. Eccetto Zlatan Ibrahimovic, ovviamente.
E’ grazie a lui soprattutto se il Milan sta rinascendo sotto i colpi del direttore d’orchestra Stefano Pioli. Una squadra che ha tanti tifosi sparsi nel mondo, uno in particolare ha parlato sulle note del quotidiano italiano La Gazzetta dello Sport e si tratta di una persona davvero speciale. Parliamo di Ronaldinho, altro assoluto fenomeno passato dall’Italia per vestire la maglia del Milan. Arrivato dal Barcellona nel 2008, si pensava che la sua carriera da assoluto fuoriclasse fosse già terminata.
E’ venuto al Milan proprio per far ricredere tutti e ci è riuscito. Certo, non poteva tornare come quello visto a Barcellona che ha vinto il Pallone d’Oro nel 2005, ma ha sempre fatto esaltare San Siro con giocate fuori dal normale, da circo. Così come Ibra, è stato determinate per una sorta di “prima rinascita” dopo la Champions vinta nel 2007. Nel suo ultimo anno in rossonero, infatti, il Milan vinse l’ultimo Scudetto nel 2011, anche se in quella stagione lui salutò a metà anno per tornare in patria.
E’ sempre bello quando persone sportive parlano bene del Milan. Se poi a farlo sono dei campioni rimasti legati alla piazza fa ancora più effetto. Ecco cosa dice Dinho sul Milan di oggi: “Penso che i rossoneri siano pronti per vincere lo Scudetto, però per scaramanzia aspettiamo ancora un po’. Posso però ammettere con certezza che sono rimasto molto legato al Milan e sono un grande tifoso del diavolo. Seguo sempre con molta attenzione la Serie A, credo sia l’anno giusto per la squadra di Pioli”.
Continua così il brasiliano: “Il Milan in cui giocavo io era pieno di stelle: Kakà, Inzaghi, Pato, Seedorf, Nesta, Gattuso e tanti altri. Oggi c’è qualche altro giocatore interessante ma prevale il concetto di squadra che è altrettanto importante. Riescono ad avere equilibrio tattico e grande organizzazione, per questo come la squadra del passato, anche questa può togliersi grandi soddisfazioni. Ibra? E’ un mio grande amico, Zlatan. Nonostante la sua età continua a far bene e vuole portare in alto il Milan. Vincere il campionato a quarant’anni suonati sarebbe fantastico per il club ma soprattutto per lui”.