Albertini: “Milan più maturo della rivali. Brahim Diaz sarà l’asso per lo scudetto”

Demetrio Albertini crede in un Milan da scudetto! Intervistato da La Gazzetta dello Sport ha fatto un’analisi attenta dell’attuale momento dei rossoneri…

Questa stagione, il Milan ha tutte le carte per sognare in grande. Attualmente capolista assoluto della classifica di Serie A, conta 3 punti di vantaggio sulla seconda (Napoli) e sei sulla terza (Inter, con una partita in meno). Il margine di distanza non è ampio, ma la prossima giornata di campioanto può essere quella giusta per tentare l’allungo.

Demetrio Albertini
Demetrio Albertini (©LaPresse)

I rossoneri sfideranno il Bologna, mentre le due rivali saranno impegnate in due assoluti big match. L’Inter incontrerà la Juventus nel derby d’Italia, mentre il Napoli l’Atalanta. L’occasione è quella più giusta, e per questo non bisogna farsela scappare. Evitare l’ennesimo scivolone è un obbligo, in vista di un finale di stagione da sogno.

Questo Milan può farcela? Può aggiudicarsi il titolo di Campione d’Italia? A queste domande ha risposto Demetrio Albertini, uno che in rossonero ha vinto ben sei scudetti: 5 amministrati, e uno in rimonta con Zaccheroni in panchina. Sono tredici le stagioni dell’ex centrocampista con la maglia del Milan. Albertini, dall’esterno, vede un Milan pronto, un Milan che può permettersi di crederci fino alla fine.

La sua intervista a La Gazzetta dello Sport rappresenta un’attenta analisi del momento della squadra di Pioli, ma non soltanto. Demetrio ha dato una larga visione di quello che sta accadendo ai vertici della classifica di Serie A, facendo una previsione realista di come può andare a finire la stagione.

Di seguito i temi e le parole di Albertini per la rosea:

Che tipo di lotta ci aspetta in chiave scudetto: Penso sia difficile che la lotta si risolva in anticipo, vedo invece una corsa punto a punto tra le prime tre. Ma dico anche che nel Milan ora come ora ci sono tutti gli ingredienti giusti per restare in testa fino alla fine del campionato”.

Il Milan percepisce l’allungo? “Guai a pianificare, sarebbe assolutamente controproducente. Il concetto è semplice: sei primo e hai dei punti di vantaggio, devi solo pensare a vincere tutte le partite. In questo modo sei sicuro di arrivare davanti. È il pensiero che guidava il mio Milan, e sarà lo stesso adesso”.

Il Milan è primo ma cerca di evitare la pressione: “Ho vinto campionati sia gestendo che rimontando, e vi garantisco che la pressione rischia di schiacciare molto di più chi insegue. Staccare le rivali è possibile solo se loro sbagliano e frenano, chi sta davanti deve pensare soltanto a non sbagliare: l’occasione per andare in fuga è la partita con il Bologna, non quello che succederà in Juve-Inter. Se poi le cose non andranno come sperato, il vantaggio consentirà al Milan di ricaricare energia e pensare alla partita successiva”.

Cos’ha in pù il Milan rispetto a Inter e Napoli: Una consapevolezza, una maturità, che prima non c’era. Guardate il modo in cui hanno risposto a situazioni delicate come gli errori arbitrali nella partite con Spezia e Udinese. Una squadra non pronta, magari, si lascia travolgere dall’umore della tifoseria, Stefano Pioli e i suoi invece no: hanno rialzato la testa e sono ripartiti. Sono stati bravissimi a gestire l’ambiente”.

Chi può essere l’uomo decisivo in questo finale: Tonali è il simbolo del Milan che è arrivato fin qui. Insieme a lui anche i compagni di difesa e Maignan, un ottimo portiere che ha garantito grande regolarità tra i pali. Quando si fanno i conti, però, sono gli attaccanti a decidere, e Pioli con quei tre è messo benissimo. Giroud è chirurgico, Leao dà fantasia e Ibra è un fuoriclasse tornato al momento perfetto. Immaginate Ibra che firma la rete decisiva per la conquista del titolo: a 40 anni, basterebbe per rendere anche questa sua stagione indimenticabile”.

Un altro asso di Pioli: Brahim Diaz. Ha spaccato il derby da subentrato, può farlo ancora quando la temperatura si alzerà ancora. Magari non giocherà sempre da titolare da qui alla fine, ma ha tutto per diventare il dodicesimo uomo di quelli che i tifosi non dimenticano, perché ti hanno aiutato a vincere”.

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