Napoli e Milan tornano ad affrontarsi in un match di campionato da Scudetto. Non accadeva dalla fine degli anni ’80 quando le due squadre duellavano spesso per la vetta. Indimenticabile per i tifosi rossoneri quanto avvenuto al San Paolo, il 1 maggio 1988
Quando si scrive – come in questi giorni – di sfida Scudetto tra Napoli e Milan, impossibile non riavvolgere il nastro della storia del campionato di Serie A e tornare indietro di 30 anni. Precisamente alla stagione 1987-88, quella della svolta per i rossoneri che proprio al San Paolo di Napoli ottennero la prima grande vittoria di un ciclo memorabile.
Premessa d’obbligo. Il Milan si presentava ai nastri di partenza della Serie A profondamente rinnovato. Berlusconi ingaggia Arrigo Sacchi come allenatore e gli affida Ruud Gullit, Marco Van Basten, Carlo Ancelotti che vanno ad inserirsi in una squadra che annoverava Baresi, Maldini, Tassotti, Filippo Galli, Giovanni Galli in porta, Donadoni, Evani, Virdis e Colombo.
L’obiettivo di Berlusconi era di tornare ai vertici della Serie A, di cui si era impossessato il Napoli di Diego Armando Maradona. Con il Diez al massimo del fulgore, i partenopei avevano vinto il primo Scudetto della loro storia nel 1986-87 ed erano vicini alla conferma del titolo l’annata seguente.
All’epoca, c’erano solo 16 squadre in campionato, si giocava al meglio delle 30 giornata e con 2 punti per vittoria. Alla 25.a giornata, con l’1-0 interno sull’Inter, il Napoli mantiene quattro punti di vantaggio sul Milan, costretto costantemente a rincorrere da inizio stagione.
Dal 17 aprile 1988, cambia tutto. Alla 26.a, il Napoli perde 3-1 a Torino contro una Juventus, lontanissima dalla vetta mentre il Milan si impone a Roma con i giallorossi per 0-2 grazie ai gol di Virdis e Massaro. I rossoneri accorciano a -2 e iniziano a credere nella rimonta che diventa possibile la domenica seguente. Con un match spettacolare, il Milan domina e vince il Derby con l’Inter (2-0, Gullit e Virdis) mentre il Napoli si fa fermare al Bentegodi dal Verona sull’1-1.
Si arriva così allo scontro diretto del 1 maggio, al San Paolo di Napoli, in una situazione di classifica quasi insperata per i rossoneri, a -1 da Maradona e compagni, a tre giornate dal termine del campionato.
In quel 1 maggio, al San Paolo di Napoli, non sarebbe entrato nemmeno uno spilla e non è una metafora. Alle 15 di una calda domenica di festa, le due squadre entrano in campo in un’autentica bolgia.
Sacchi si affida a Galli in porta, difesa con Tassotti, Maldini, F.Galli e Baresi; in mediana Ancelotti, Colombo, Donadoni ed Evani; in avanti Gullit e Virdis. Solo panchina per Van Basten, rientrato da poco da un infortunio. Il Napoli di Ottavio Bianchi schiera Garella, Ferrari, Francini, Bruscolotti, Renica e Bigliardi in difesa; Bagni, De Napoli e Romano e in avanti la fantastica coppia formata da Maradona e Careca con Bruno Giordano in panchina.
E’ il Milan a passare in vantaggio con Virdis al 36′. I fischi del San Paolo si trasformano in tripudio al 44′ quando Maradona disegna una parabola imprendibile su punizione per Giovanni Galli. La palla del campionissimo argentino, calciata dal limite dell’area, si conficca all’incrocio dei pali e intrappola il portiere rossonero nella rete da lui difesa. Una prodezza clamorosa.
Ma è un giocatore del Milan, il grande protagonista di quell’indimenticabile pomeriggio al San Paolo: Ruud Gullit. Un calciatore fantastico l’olandese per il calcio dell’epoca. Aveva tutto, Ruud: fisicità, corsa, velocità, tiro, potenza, assist e gol. E’ lui a prendere per mano il Milan nella ripresa. Al 66′, un suo cross da destra imbecca Virdis. Perfetta l’incornata dell’attaccante che non lascia scampo a Garella. I rossoneri sono in pieno controllo della partita. Gullit è una furia. Sul rilancio di Galli, l’olandese prende palla dalla sua mediana, sgroppata inarrestabile e assist su Garella in uscita per Van Basten che di prima insacca sotto la traversa al 76′.
Il Napoli non demorde e accorcia con Careca di testa al 78′. Negli ultimi 10 minuti, Sacchi è incontenibile ed entra quasi in campo per spronare i suoi che resistono e conquistano la vittoria che vale l’agognato sorpasso sui partenopei, ora secondi a -1. Ma non era finita…
Contrariamente a quanto si crede, infatti, il Milan non vinse ancora il campionato quel pomeriggio al San Paolo. C’erano ancora due giornate da disputare. Alla 29.a, l’8 maggio, i rossoneri non vanno oltre lo 0-0 contro la Juve a San Siro e ringraziano la Fiorentina che batte 3-2 il Napoli al Franchi con la doppietta di Ramon Diaz. All’ultima giornata, il Milan è ospite del Como già salvo. Il gol di Virdis al 2′ ipoteca il Tricolore ma è ancora presto. Il Napoli è avanti, 1-0, sulla Sampdoria quando i lariani pareggiano con Giunta. Al Milan basta il pareggio mentre i partenopei crollano ancora e perdono 1-2 nella ripresa con i gol di Pellegrini e Vialli.
Il 15 maggio 1988, il Milan è campione d’Italia e conquista l’unico Scudetto con Sacchi in panchina. Da quella vittoria scaturirà il biennio trionfale in Europa e nel Mondo, con due Coppe Campioni, due Intercontinentali e altrettante Supercoppe Europee. Quel 1 maggio – possiamo dirlo – al San Paolo di Napoli, nacque il mito di una squadra irripetibile.
Il Napoli, comunque, si prenderà la sua rivincita con lo Scudetto 1989-90, vinto al termine di un duello con il Milan. Al di là delle polemiche per il famoso caso della monetina su Alemao in Atalanta-Napoli, battere quel Milan è stata un’autentica impresa, Con Maradona, in campo, però tutto era davvero possibile …