Antonello, amministratore delegato nerazzurro, parla del nuovo stadio di Inter e Milan: confermato che si valutano alternative a San Siro.
Milan e Inter potrebbero perdere la pazienza per quanto riguarda la costruzione del nuovo stadio a San Siro. Stanno incontrando qualche ostacolo di troppo a Milano e stanno valutando anche altre opzioni.
Oggi La Gazzetta dello Sport conferma che i rapporti tra i club e il Comune di Milano si sono raffreddati. Il sindaco Giuseppe Sala da tempo ha detto sì al nuovo impianto sportivo, però deve coinvolgere la popolazione: presto avvierà il “dibattito pubblico”. Si tratta di una procedura prevista dalla legge nazionale e obbligatoria per le opere dal valore che supera i 300 milioni di euro.
Milan e Inter dopo le elezioni che hanno confermato Sala come sindaco si aspettavano un’accelerata, ma non c’è stata. Ora vogliono almeno l’ok sul masterplan. Da Palazzo Marino arriva la rassicurazione di voler concludere tutto entro otto mesi, senza arrivare ai dodici previsti dalla legge. Ci sarebbero così buone chance di iniziare i lavori a San Siro nel 2023.
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All’interno della maggioranza di Sala c’è del dissenso sul progetto del nuovo stadio. Aveva preso corpo la possibilità di indire un referendum comunale per settembre-ottobre. La scadenza per presentare le firme è fissata per il 5 marzo e affinché sia valido si devono presentare a votare il 50% più uno degli elettori delle ultime elezioni comunali (250 mila circa). Basterebbe il dibattuto pubblico a “sterilizzare” il referendum, però regna la confusione in questo momento e i club iniziano a spazientirsi.
Alessandro Antonello, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha spiegato che la pazienza non è ancora esaurita ma c’è voglia di accelerare: «No, ma i club hanno fatto e stanno facendo tutto il possibile per portare avanti il progetto San Siro, che era la nostra priorità. Ma dall’altro lato, abbiamo percepito forse una scarsa adesione al progetto da parte dell’amministrazione. Ormai da più di tre anni abbiamo presentato il progetto e fatto tutte le varianti richieste, dando disponibilità ad abbassare gli indici volumetrici, ma temiamo che l’iter burocratico si stia allungando. Esistono sempre dei piani alternativi».
L’amministratore delegato dell’Inter conferma che i club stanno prendendo in considerazione anche aree alternative a San Siro e alla città di Milano: «La premessa è che da parte nostra non c’è più “l’esclusiva” su San Siro. Non possiamo stare fermi, immobili, per tre anni senza avere delle risposte e, quindi, è giusto guardarsi intorno. Tra le varie ipotesi, su cui non c’è ancora uno screening complessivo, di sicuro resiste quella di Sesto San Giovanni che a suo tempo fu oggetto di valutazione».
Si torna a parlare di Sesto San Giovanni, che già in passato era stata indicata come possibile soluzione per la costruzione del nuovo stadio di Milan e Inter. Antonello spiega che non fissa delle tempistiche per ottenere risposte definitive, però fa intendere chiaramente che l’iter va velocizzato: «Non vogliamo mettere pressione all’amministrazione o fare aut aut: rispettiamo al massimo tutte le fasi amministrative. Conosciamo che nella burocrazia ci sono intoppi e lungaggini, ma in questi casi è l’incertezza la cosa peggiore: il solo “dibattito pubblico” potrebbe durare un anno. Se tutti gli iter previsti, tra lo stesso dibattito più eventuali referendum e ricorsi, portassero a una estensione della “time line” di esecuzione progettuale, a quel punto i club non potrebbero che valutare altri progetti con una pianificazione più ristretta».
L’AD nerazzurro ha espresso concetti condivisibili. Il processo sta durando troppo tempo ed è normale che le due società calcistiche milanesi, dopo essere venute incontro a tutte le richieste del Comune sul progetto, non possano stare in standby a lungo. Corretto valutare altre alternative alla zona di San Siro. Il sindaco Sala e la sua maggioranza sono avvisati.