I due club calcistici milanesi cercano alternative a San Siro per il nuovo impianto sportivo: il Comune di Segrate si tira indietro.
Milan e Inter iniziano a spazientirsi con il Comune di Milano. Si aspettavano un’accelerata maggiore dopo le elezioni che hanno confermato il sindaco Giuseppe Sala.
La Giunta ha approvato la dichiarazione di pubblico interesse dell’opera a inizio novembre e i club si aspettavano che l’amministrazione poi si muovesse diversamente. Invece, tra dibattito pubblico e possibile referendum, l’iter rischia di diventare più lungo del previsto.
Milan e Inter sperano ancora di realizzare il nuovo impianto sportivo a San Siro, però vengono valutate delle alternative. Lo ha confermato ufficialmente Alessandro Antonello, amministratore delegato nerazzurro.
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Nuovo Stadio Milan-Inter: il Comune di Segrate non è interessato
Nella giornata di ieri si è parlato di Sesto San Giovanni, San Donato Milanese e Segrate come soluzioni alternative a Milano e a San Siro. Ma una di queste tre è già venuta meno.
Paolo Micheli, sindaco di Segrate, sul suo profilo ufficiale Facebook ha smentito che esista la possibilità di vedere il nuovo stadio di Milan e Inter sul Comune:
“NO GRAZIE
Saremmo tutti molto contenti se Ibrahimovic venisse ad abitare a Segrate e se lo vedessimo fare allenamento insieme a Lautaro per i sentieri del Centroparco.
Ma alla possibilità, riapparsa tra le notizie di oggi, dello spostamento a Segrate dello stadio del Milan e dell’Inter dico francamente: “No grazie. Proprio no.”
L’area interessata è ovviamente l’area Westfield. I tempi di realizzazione del mega centro commerciale sono stati allungati dalla pandemia e forse ora di nuovo rallentati dalla folle invasione dell’Ucraina, ma l’interesse alla concretizzazione del grande intervento economico ed occupazionale mi è stata più volte confermata dal colosso franco australiano Unibail-Rodamco-Westfield, titolare del progetto, che anzi lo ha aggiornato e migliorato.
Ma qualora questa ipotesi dovesse intiepidirsi, l’arrivo qui a Segrate del “nuovo San Siro” non è certo quello che vogliamo per la nostra città. Un nuovo moderno polo universitario di cui Milano ha bisogno o centri di ricerca proiettati verso il futuro, verso l’utilizzo civile dell’idrogeno e di altri fonti rinnovabili: queste sono le nostre eventuali opzioni.
L’invasione, due o più volte alla settimana di ottantamila tifosi, con tutto il rispetto per le grandissime squadre milanese e le loro tifoserie, no, non ci interessa proprio”.