Intervista ad Oliver Bierhoff, doppio ex di Milan ed Udinese, attaccante che negli anni ’90 ha trascinato le sue squadre a suon di gol.
Il Milan è tornato a comandare il campionato grazie ai gol di un centravanti puro, d’area di rigore. Proprio come nel finire degli anni ’90, quando un certo Oliver Bierhoff trascinò i rossoneri verso lo Scudetto.
Il tedesco è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport, per parlare da doppio ex del match serale tra Milan ed Udinese. Bierhoff infatti esplose in maglia friulana prima di trasferirsi a Milanello nel 1998.
Bierhoff ha subito posto l’attenzione sul ruolo del centravanti, tornato ormai di moda: “Già qualche anno fa, con i nostri allenatori nelle accademie ci chiedevamo cosa sarebbe venuto dopo il tiki taka, il calcio stile Guardiola. Nei campionati, nella Champions, si vedeva che si tornava a giocare di nuovo con i cross e si cercavano di superare le difficoltà nel proporre il gioco di combinazione contro le squadre che difendono basso. Quindi riecco la necessità della punta centrale, che ti dà peso, la possibilità di lavorare con i cross e con qualche azione sul centro area per mettere in difficoltà le difese. Inoltre gli attaccanti centrali, come anche succede nel basket, adesso sono molto più mobili, più agili, vedi Ibra, hanno una qualità fisica diversa”.
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Impossibile dunque non esprimere un parere su Olivier Giroud, nuovo centravanti di ruolo del Milan: “Si tratta di un giocatore con grande esperienza, con qualità in area, si sa muovere, segna. Il calcio italiano lo aiuta: è più tattico e più organizzato ma meno veloce rispetto a Inghilterra o Francia, dove ci vuole più freschezza fisica, velocità. Anch’io ne ho approfittato, lo ammetto: sono convinto che non avrei fatto altrettanto bene in Inghilterra o in Germania. Poi segnare in un derby è bellissimo, ha risvegliato questa lotta ora molto incerta per lo scudetto”.
Sulle scelte di Paolo Maldini: “Complimenti alla sua scelta. Sono contento per Paolo che il Milan stia andando bene. I tempi poi sono cambiati: quando giocavo io c’era il titolare o la riserva, ruoli quasi fissi. Adesso invece con tutti gli impegni e le partite c’è spazio per tutti”.
Sul ruolo del centravanti moderno: “Deve muoversi negli spazi, avere sempre lo sguardo per il gol e una forza fisica negli spazi brevi più che in quelli lunghi. All’Europeo osservavo Ronaldo: non ha corso tantissimo, ma sapeva quando doveva andare, e quando andava era sempre in zona gol. E’ questa la forza di un giocatore con esperienza: sapere quando può o deve osare. Dare efficienza quando ci si muove”.
Infine un ricordo di Bierhoff del derby di Milano: “Quando ho segnato, nel 2001, e finì 2-2. Però dei derby non ti ricordi di più il risultato, ma l’ambiente. Era tutto bellissimo, il casino dello stadio, la tensione precedente. Questo mi rimane per sempre”.