Diverse somiglianze tra il Milan di Pioli odierno e quello che nel 1999 con Alberto Zaccheroni conquistò lo Scudetto in rimonta.
L’obiettivo stagionale è chiaro e limpido. Il Milan è in corsa per riportare lo Scudetto nella propria bacheca, un trionfo nazionale che manca ormai da più di dieci anni.
I rossoneri attualmente sono al primo posto in classifica, anche se l’Inter (a -1 punto) deve ancora recuperare la sfida con il Bologna, saltata per colpa dei numerosi contagi al Covid. Ma c’è ottimismo in casa Milan, sia per i recenti risultati ottimali, sia per un calendario che appare alla portata della squadra di Stefano Pioli.
Oggi l’edizione di Tuttosport ha voluto confrontare il Milan attuale con quello di diversi anni fa, che riuscì nell’impresa di vincere lo Scudetto nonostante i pronostici iniziali sfavorevoli. Ovvero la squadra di Alberto Zaccheroni, che nel 1998-1999 trionfò in rimonta conquistato il 16° titolo della storia milanista.
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Niente coppe e rimonte sui rivali: tutte le somiglianze con il 1999
In effetti non sono poche le analogie tra il Milan di Zaccheroni e quello attuale di Pioli. Prima di tutto entrambi i tecnici sono originari dell’Emilia-Romagna e sono stati ‘premiati’ con la chiamata rossonera dopo anni di gavetta in provincia.
Il Milan di oggi non disputa più le competizioni europee. A dicembre i rossoneri sono stati eliminati dalla Champions League e dunque non avranno impegni esagerati infrasettimanali. Un po’ come capitò nel 1999 a Zaccheroni, che prese in mano fin da inizio stagione un Milan stranamente fuori dalle coppe visti i risultati scarsi dell’annata precedente.
Simile anche la disposizione della classifica. Più di venti anni fa il Milan faceva la corsa alla Lazio, capolista e considerata da tutti come la favorita per lo Scudetto, con la Fiorentina di Trapattoni come terza incomoda. Quest’anno invece la banda Pioli deve fronteggiare la forza ed i pronostici favorevoli dell’Inter, con il Napoli che rappresenta l’insidia per il podio.
Infine le analogie in campo. Pioli utilizza un sistema tattico diverso da Zac, che impose il 3-4-3 nel suo Milan. Ma le qualità degli interpreti sono simili: un centravanti d’area e di esperienza internazionale (Bierhoff-Giroud), un attaccante di qualità e dalla rapidità invidiabile (Weah-Leao), un regista dalle giuste geometrie (Albertini-Bennacer) ed un giovane mastino del centrocampo (Ambrosini-Tonali).
Tante cose in comune dunque, ma a parlare sarà solo il campo. Il Milan del 2022 dovrà avere la stessa grinta e tigna che ebbe quello del 1999, sfavorito alla vigilia ma meritevole alla fine di rimontare e trionfare in campionato.