Marco Giampaolo ritrova il Milan da avversario dopo la pessima esperienza nel 2019, quando fu chiamato ed esonerato dopo 7 gare.
L’occasione ghiotta di oggi per il Milan passa da un match molto insidioso, la sfida interna contro la Sampdoria. La squadra blucerchiata ha cambiato pelle recentemente, tornando ad ottenere risultati determinanti nella lotta alla salvezza.
In particolare, il club doriano ha scelto di tornare ad affidarsi in panchina ad una vecchia conoscenza. Un allenatore che ha schemi precisi e dettami tattici quasi dogmatici come suo pane quotidiano. Ovvero Marco Giampaolo, il quale ha sostituito il deludente Roberto D’Aversa da qualche settimana.
Giampaolo, come ricorderanno bene i tifosi rossoneri, vanta un passaggio anche nel Milan, pure piuttosto recente. Era l’estate 2019, quando Paolo Maldini decise di affidare la squadra al tecnico abruzzese dopo l’addio di Rino Gattuso. Una scelta che però si rivelò tutt’altro che azzeccata.
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Un’esperienza decisamente dimenticabile quella di Giampaolo alla guida del Milan. Lo ha ricordato lui stesso ieri, nella conferenza stampa pre-partita, ammettendo come il suo trascorso rossonero sia stato talmente rapido ed indolore da finire immediatamente nel dimenticatoio.
“Sono stato troppo poco al Milan. Non l’ho nemmeno allenato. Nemmeno si ricordano di me. Furono sette partite, come una scampagnata. E’ una storia che doveva andare in maniera diversa. Sette partite, poco tempo a disposizione. Ero partito in ritiro con 13 giocatori. Oggi è un altro Milan. Sono andato nel posto giusto ma al momento sbagliato”.
Nonostante l’acquisto di calciatori attualmente fondamentali per il gioco del Milan, come Theo Hernandez, Rafael Leao o Ante Rebic, la squadra rossonera partì piuttosto male con Giampaolo in panchina. Tre vittorie, tutte piuttosto sofferte, ma anche quattro sconfitte decisamente negative. In particolare quella interna con la Fiorentina di Ribery, vero e proprio canto del cigno per il tecnico di Bellinzona.
Il 9 ottobre 2019 la dirigenza Milan decise di accantonare Giampaolo, assegnando la panchina ad un nome a sorpresa: Stefano Pioli, preferito persino a Luciano Spalletti che era ancora contrattualmente legato all’Inter. Fu la migliore scelta possibile, visto che il lavoro di Pioli ha portato con i giusti tempi il club rossonero a tornare in Champions League ed oggi anche a lottare per il titolo.
Forse a Giampaolo fu dato poco tempo per lavorare sui propri schemi, e magari anche un parco giocatori poco adatto per il suo classico 4-3-1-2. Ma senza il flop di quest’ultimo non sarebbe mai iniziata l’era vincente di Pioli.