Il retroscena della Gazzetta dello Sport che ha ritirato fuori la tesina presentata da Stefano Pioli nel 2002-2003 per diventare allenatore.
Oggi Stefano Pioli quasi non fa più notizia. E’ il tecnico che ha rilanciato un Milan alla deriva, prendendolo dai bassifondi della classifica nell’autunno 2019 e trascinandolo con professionalità ed idee concrete a lottare per lo Scudetto.
Un gran lavoro quello del tecnico parmigiano, mai messo in discussione da quando guida il Milan e che ha vinto persino il ballottaggio a distanza con il ‘genio’ tedesco Ralf Rangnick. Vincente e produttiva la sua filosofia di un calcio concreto e dinamico, ma soprattutto sempre al passo coi tempi.
Non a caso il suo Milan quest’anno ha già superato agevolmente rivali allenate da gente come Inzaghi, Sarri o Mourinho, considerati forse un tempo allenatori ampiamente superiori per carattere ed idee. Ma la preparazione di mister Pioli arriva da lontano, da anni di studio e miglioramento, fino alla gratificante esperienza milanista.
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Oggi la Gazzetta dello Sport è andata a ritroso nella carriera di Pioli e ha rispolverato addirittura la tesina presentata per l’abilitazione ad allenatore di livello A. Correva la stagione 2002-2003 quando l’allora giovane tecnico stava cominciando la sua esperienza nelle giovanili del Bologna.
Il titolo della sua produzione fu “Le catene di gioco laterali in un 4-4-2”. Allo stesso tempo un’idea old-style, di un calcio molto diverso da quello attuale, ma anche decisamente avveniristica. Per Pioli all’epoca il classico 4-4-2 rappresentava il modulo di gioco più solido e concreto, sfruttando appunto le fasce e le combinazioni esterne. Senza dimenticare lo sviluppo dal basso e l’importanza della compattezza in mediana.
Oggi Pioli predilige il 4-2-3-1 come modulo standard per il suo Milan, ma anche perché il calcio italiano si è sviluppato e ha trovato strategie tendenzialmente diverse, seguendo anche le caratteristiche dei suoi interpreti. Ma il gioco sulle corsie laterali è sempre centrale negli schemi di Pioli, come si può evincere sull’asse Theo Hernandez-Leao, devastante nell’azione offensiva del Milan odierno.
Pioli si è dunque dimostrato un allenatore moderno, dalle idee sempre aggiornate, senza ancorarsi a dettami tattici esageratamente dogmatici. Di lui ha parlato benissimo Renzo Ulivieri, presidente dell’assoallenatori: “Pioli dapprima ha seguito i tempi, in modo corretto, e poi li ha anticipati. È andato avanti, è andato oltre. E’ un tecnico sempre aggiornato, di lui mi piace tutto: gestione tattica e gestione mentale, mi piace l’allenatore e mi piace l’uomo. Ha perennemente voglia di evolversi e ha dato una grande impronta al Milan. Un allenatore moderno”.