L’attaccante brasiliano, con un importante passato in maglia Milan, ha parlato del derby di sabato e delle sue ambizioni personali.
Uno dei derby più belli nei ricordi recenti dei tifosi del Milan risale sicuramente a più di dieci anni fa. Il 2 aprile 2011 i rossoneri sconfissero l’Inter con un netto 3-0 e virarono fortemente verso la conquista del loro ultimo Scudetto.
Mattatore di quella magica serata a San Siro fu il brasiliano Alexandre Pato. Allora il numero 7 milanista era un talento assoluto, titolare di un Milan che credeva pienamente nelle sue qualità. La doppietta all’Inter fu decisiva nella corsa al titolo nazionale; peccato che poco tempo dopo gli infortuni fecero letteralmente crollare le quotazioni di Pato.
Proprio in vista del derby di sabato, la Gazzetta dello Sport ha interpellato l’attaccante classe 1989, attualmente in forza agli statunitensi dell’Orlando City. Pato è rimasto legatissimo ai colori rossoneri e ha dato il suo parere sulla squadra di Pioli e sulla stracittadina.
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Subito uno sguardo alla sfida Inter-Milan, decisiva come undici anni fa nella lotta Scudetto. Secondo Pato il Milan può fare il colpaccio, in particolar modo grazie ad un giocatore in particolare: “Vedo un derby molto difficile e combattuto, che si sblocca alla mezzora del secondo tempo con un gol di Leao e finisce uno a zero per noi. Lui deve capire che può fare la differenza e spero possa succedere nel derby. Se ci riuscirà, sarà un ulteriore salto di qualità”.
Il Milan è una squadra piena di talento, comandata da un leader: “La squadra è forte e ha un grande esperto di scudetti come Ibra. Lui sta facendo capire l’importanza di vincere ai compagni. Quando sei giovane ovviamente vuoi vincere, ma se non succede non casca il mondo. Torni a casa, ti rilassi, giochi alla Play, poi ti ripresenti al campo il giorno dopo. Ma così è sbagliato. Occorre invece capire l’importanza di mettersi addosso la maglia del Milan”.
Pato non nasconde il sogno di tornare un giorno in rossonero: “Un giorno tornerò, sono certo. Credo di avere ancora almeno altri 4 anni di carriera. A Maldini dico di guardare ogni tanto verso l’America: ad Orlando c’è un giovane attaccante di 32 anni che ha belle speranze…”