Sacchi, che aneddoto: “Quando arrivai al Milan dissero che non ero nessuno”

L’ex storico allenatore dei rossoneri ha raccontato una particolarità di quando arrivò in rossonero ai microfoni di Rai Sport

Arrigo Sacchi, non dobbiamo di certo dirlo noi, è stato e rimarrà per sempre una bandiera del Milan. Ha portato tante innovazioni del mondo del calcio, sperimentandole proprio nell’ambiente rossonero e poi i frutti del suo lavoro si sono visti…

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi (©LaPresse)

Spesso Sacchi viene intervistato da diversi giornali per parlare di Milan, commentare quella che è la squadra attuale ed il percorso che Stefano Pioli sta facendo con i colori del diavolo. A testimonianza del fatto che Arrigo sia rimasto molto legato al diavolo ed a tutti i suoi tifosi, che a lui sono molto grati per quello che ha fatto. Ha vinto praticamente qualsiasi cosa con il Milan: uno Scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei campioni, due Supercoppe UEFA e due Coppe Intercontinentali.

Ha guidato una squadra che fu definita “degli Immortali“, per la forza che ha trasmesso ai suoi giocatori, la qualità del gioco, del tutto innovativa. I giovani del nuovo millennio probabilmente non hanno assistito allo spettacolo che offriva il Milan in quegli anni, ma chi ormai va verso la crescita dei capelli bianchi quei momenti se li ricorda molto bene. E probabilmente, non li scorderanno mai.


Leggi anche:


Sacchi: “Sono stato un rivoluzionario…”

Intervistato ai microfoni di Rai Sport, Arrigo Sacchi ha parlato di diversi aneddoti che soltanto ora vengono allo scoperto: “C’è stato un periodo della mia vita in cui sono stato male. Non ai livelli di una persona che ha la depressione, ma ho vissuto notti insonni, ero pieno di tensione, vomitavo spesso. Ma non capivo di stare così male. Quando me ne resi conto, strappai il contratto più ricco che ho avuto nella mia carriera”.

La difficoltà di importare un nuovo modo di pensare il calcio nelle parole dell’ex tecnico rossonero: “E’ stato molto faticoso importare la mia nuova filosofia di gioco, sono passato per rivoluzionario e non è stato per niente facile. Ancora oggi ricordo molto bene una cosa. Quando arrivai al Milan, un giornale scrisse che la società aveva preso un ‘signor nessuno‘…”.

Sacchi in questa intervista ha parlato di quanto sia importante il fattore “testa“. Lui è stato bravo a gestire la pressione, ma non tutti hanno questa forza. E poi, al giornale che lo aveva definito come “signor nessuno”, vorremmo consigliare di aspettare prima di dare giudizi affrettati

Gestione cookie